“Rivogliamo la Gioconda”: i discendenti di Leonardo da Vinci reclamano la loro eredità alla Francia

"Adesso ridacci la nostra Gioconda" cantava DJ Fabio nel lontano 2006 in occasione della vittoria italiana dei mondiali di calcio, ignaro del fatto che quasi 20 anni dopo, qualcuno avrebbe potuto usare un'espressione simile in un contesto molto più serio: chiedendo effettivamente alla Francia di restituire il famoso dipinto

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Un controverso ricorso al Consiglio di Stato della Francia ha fatto finire la Gioconda di Leonardo da Vinci al centro di un bizzarro dibattito legale. L’associazione International Restitutions, che afferma di agire in nome di quattordici presunti discendenti diretti del celebre artista rinascimentale, ha presentato al Museo del Louvre di Parigi una causa legale per la restituzione dell’opera d’arte più iconica del mondo.

Gioconda: potrebbero esserci le basi legali per la restituzione

Secondo quanto riportato da La Nazione, l’associazione ha fondato la sua richiesta sulla presunta illegalità dell’acquisizione della Gioconda da parte del re di Francia Francesco I. Questo avvenimento, verificatosi nel XVI secolo, sarebbe stato fatto valere attraverso il “diritto d’albinaggio“: una legge dell’epoca che permetteva alla corona francese di ereditare i beni dei cittadini stranieri deceduti senza eredi nel territorio francese.

Il presidente di International Restitutions, Robert Casanovas, ha enfatizzato che non esiste alcun atto ufficiale che attesti la vendita o la donazione della Gioconda da parte di Leonardo o dei suoi eredi. Questo, secondo l’organizzazione, sottolinea l’illegalità dell’appropriazione dell’opera da parte di Francesco I.

Rimane il dubbio sulla prescrizione

Tuttavia, la richiesta della restituzione della Gioconda si scontra con numerose sfide legali. Innanzitutto, la mancanza di documentazione ufficiale e i secoli trascorsi dal momento dell’acquisizione, rendono difficile dimostrare la validità della pretesa dei presunti discendenti di Leonardo. Inoltre, è probabile che la Francia faccia valere la prescrizione di eventuali diritti di restituzione. Casanovas ha affermato che, in caso di respingimento della richiesta da parte del Consiglio di Stato francese, International Restitutions intende appellarsi alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. Tuttavia, gli esperti legali prevedono che le probabilità di successo di tale ricorso siano estremamente esigue.

La vicenda mette in luce questioni complesse riguardanti la proprietà culturale e la ripartizione dei beni artistici di valore storico. Anche se la richiesta potrebbe sembrare alquanto audace, essa solleva importanti interrogativi sulle modalità di acquisizione delle opere d’arte nel corso della storia e sull’etica alla base della loro custodia e proprietà da parte di privati e istituzioni culturali.

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