In Norvegia, nel territorio di Tromsø, in cui è presente la stazione di filtraggio del Paese, un mistero piuttosto preoccupante sta tenendo occupate le autorità del posto. Durante una delle tante misurazioni obbligatorie per tenere sotto controllo la radioattività nell’aria della Norvegia, il parametro dello iodio radioattivo ha mostrato un’impennata. Nulla di troppo tragico, ma un innalzamento abbastanza considerevole da fare temere un incidente nucleare.
Proprio durante le indagini, per comprendere da dove derivi la perdita della sostanza radioattiva, è avvenuta una terribile scoperta: non ci sono spiegazioni che realmente giustifichino la presenza delle radiazioni. Le autorità norvegesi non hanno registrato alcun incidente nelle centrali nucleari o nelle aziende in cui vengono utilizzati materiali radioattivi.
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Norvegia, il comunicato della Dsa
La scoperta della presenza di sostanze radioattive nell’aria di Tromsø, in Norvegia, è avvenuta durante le misurazioni che si sono svolte sul territorio tra il 21 e il 26 marzo. La Direzione per la protezione dalle radiazioni e la sicurezza nucleare norvegese (Dsa) ha immediatamente rivelato la presenza di radiazioni nucleari “di origine sconosciuta“.
Il comunicato della Dsa ha poi tranquillizzato i cittadini, confermando che si tratta in ogni caso di quantità di radiazioni talmente minime da non essere un pericolo né per l’uomo né per l’ambiente. Non c’è quindi bisogno di prendere precauzione di alcun tipo. Ciò che resta da capire è quale fenomeno abbia effettivamente portato allo sprigionamento dello iodio radioattivo, o I-131. Secondo quanto riportato dagli esperti, si tratterebbe di un isotopo radioattivo con vita breve.
Questo, quindi, al momento delle misurazioni doveva essere stato sprigionato da poco e di conseguenza dovrebbe essere assorbito nei prossimi due o tre mesi. Solitamente questa tipologia di isotopo viene sprigionato dai reattori nucleari utilizzati nella diagnostica mediale. Affinché però si possa pensare realmente ad un incidente nucleare, nell’aria insieme allo iodio radioattivo avrebbero dovuto essere presenti anche altri tipi di isotopi, ben più pericolosi per la salute dell’uomo.
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