Noa Argamani, la ragazza simbolo dell’attentato del 7 ottobre è stata liberata da Israele – VIDEO

Dopo l’11 settembre, ben pochi attacchi terroristici sono riusciti ad avere un impatto tanto devastante sulla consapevolezza del mondo intero come l’attentato al Festival Nova del 7 ottobre scorso. Migliaia di giovani stavano festeggiando il Sukkot quando i razzi, le sirene e gli spari del gruppo terroristico Hamas hanno scatenato il caos. Tra i molti video che hanno documentato quei momenti terribili, uno ha catturato l'attenzione del mondo: quello di Noa Argamani, rapita e portata via in moto dai terroristi. Dopo mesi di angoscia e disperazione, l’operazione dell’esercito israeliano ha finalmente riportato a casa la ragazza

Redazione
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Noa, una studentessa di 26 anni appassionata di yoga, arte ed escursioni, è diventata il volto della tragedia del Nova Festival. Nel video, il suo viso stravolto dalla paura mentre veniva separata dal suo compagno Avinatan Or, ha scosso profondamente chiunque l’abbia visto. La coppia si trovava vicino al confine della Striscia di Gaza per partecipare al Nova Festival, ignara del destino che li attendeva. Più tardi, un secondo video diventerà virale: quello che mostrava brevemente Noa a Gaza, seduta su un basso sofà mentre beveva dell’acqua. La famiglia di Noa, riconoscendola, ha lanciato una campagna disperata sui social media, diffondendo le sue foto con la scritta: “Potrebbe essere tua figlia o tua sorella“, nella speranza di ottenere informazioni sulla sua sorte.

Il 14 gennaio, Hamas ha pubblicato un nuovo video in cui Noa appariva insieme agli ostaggi Yossi Sharabi e Itai Svirsky. Nel video, i tre prigionieri chiedevano al governo israeliano di riportarli a casa. In un secondo spezzone, Noa dichiarava che Sharabi e Svirsky erano stati uccisi durante attacchi dell’esercito israeliano. Un ulteriore video, registrato il 31 maggio, non è stato divulgato su richiesta della famiglia.

La liberazione di Noa

Finalmente, dopo 246 giorni di prigionia, Noa è stata liberata. La sua foto, esposta in piazza degli ostaggi a Tel Aviv, ora porta la scritta “Libera. Insieme a lei, sono stati liberati anche Andrey Kozlov, cittadino russo di 27 anni, immigrato in Israele da un anno e mezzo, Almog Meir Jan, ventiduenne di Or Yehuda, e Shlomi Ziv, 41 anni. Tutti lavoravano alla sicurezza del Nova Festival.

L’incontro di Noa con il padre, dopo mesi di separazione, è stato emozionante. Il padre, che aveva commosso il mondo con il suo disperato appello: “Non sono riuscito a proteggerla“, ha potuto finalmente riabbracciare la figlia. Dopo questo momento, Noa si è recata a salutare la madre Liora, gravemente malata di cancro. Liora aveva lanciato un appello anche al presidente degli Stati Uniti Joe Biden per riabbracciare la figlia prima di morire. Noa ha anche ricevuto la telefonata del primo ministro Benyamin Netanyahu e del presidente Isaac Herzog. “Neppure per un minuto abbiamo smesso di pensare a te e non ci siamo mai arresi“, le ha detto il premier.

Le rassicurazioni di Netanyahu

Nonostante la gioia per la sua liberazione, Noa non può ancora smettere di lottare. Il suo compagno Avinatan Or è ancora prigioniero di Hamas. Il primo ministro Netanyahu ha dichiarato di aver approvato l’operazione per la liberazione dei quattro ostaggi senza esitazione e ha promesso ulteriori operazioni per riportare a casa tutti i prigionieri. “Riporteremo a casa tutti“, ha assicurato Netanyahu, incontrando uno degli ostaggi liberati, Andrey Kozlov, allo Sheba Medical Center di Tel Aviv.

Noa ha raccontato ai suoi cari le difficoltà della sua prigionia. Ha spiegato di essere stata trattenuta in una casa di una famiglia benestante di Gaza, dove ha imparato un po’ di arabo e riceveva cibo quando aveva fame. Tuttavia, le condizioni erano difficili: le era permesso fare la doccia raramente e vedeva poca luce del giorno. Noa ha confermato di essere stata detenuta insieme agli ostaggi Yossi Sharabi e Itai Svirsky, la cui morte è stata poi confermata dall’IDF come probabilmente causata da un attacco accidentale.

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