Il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny è deceduto all’età di 47 anni mentre era detenuto nella prigione di Kharp, nella regione artica di Yamalo Nenets, dove stava scontando una condanna a 19 anni. Non sono ancora chiare le motivazioni del decesso, di cui ha dato notizia il servizio penitenziario nazionale russo. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha dichiarato di non avere informazioni sulla morte di Navalny e che i medici “dovranno capire in qualche modo cosa sia successo“.
Secondo le prime informazioni sembrerebbe che il 47enne si sia sentito male a seguito di una passeggiata. Un malore che nonostante i soccorsi immediati e i tentativi di rianimazione ha tolto la vita al carcerato. Il comitato investigativo russo della Regione dove era detenuto Navalny ha dichiarato di avere aperto un’inchiesta sulla morte dell’oppositore per “stabilire tutte le circostanze dell’incidente, secondo la procedura stabilita dalla legge“.
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Un malore che secondo la portavoce Kira Jarmysh non è mai avvenuto: “Aleksei Navalny è stato
assassinato” scrive su X. Il messaggio sui social continua chiedendo l’immediata restituzione del corpo alla famiglia mentre la madre dell’oppositore si sta dirigendo verso il carcere di massima sicurezza. “Un dipendente della colonia penale ha detto che il corpo di Navalny si trova ora a Salekhard” aggiunge la portavoce sui social.
Il Presidente degli Usa Joe Biden ha commentato l’accaduto dichiarando che secondo lui “Putin è responsabile della morte di Navalny“. Una dichiarazione pesante seguita da un ulteriore commento: “Non sono sorpreso e allo stesso tempo sono sconvolto dalla notizia della morte di Navalny“. Le parole del Presidente erano già state precedute da quelle del Segretario di Stato Anthony Blinken: “La Russia è responsabile e se la notizia fosse confermata dimostrerebbe la debolezza e il marciume della Russia“.
Dove si trova Navalny
Il corpo di Navalny si troverebbe nella morgue dell’ospedale distrettuale siberiano di Salekhard e l’autopsia non sarebbe stata ancora eseguita. A riferirlo é la Novaya Gazeta Europee che ha intervistato un paramedico prestante servizio nelle ambulanze di Salekhard.
Il paramedico ha aggiunto che il corpo di Navalny mostra segni di lividi, ma non riconducibili a colpi ricevuti. “Per la mia esperienza di infermiere, posso dire che a chi li ha visti sembravano essere causati da convulsioni. Se una persona è preda di convulsioni e altre provano a tenerla, e le convulsioni sono molto forti, compaiono quei lividi“.
Navalny, le parole della portavoce
La portavoce della vittima, Kira Yarmysh, ha dichiarato di non avere ancora notizie dirette sulla morte del dissidente russo e che in queste ore il suo avvocato è diretto nella prigione di Kharp per avere notizie più accurate. “Non abbiamo ancora conferma della morte, ma il servizio penitenziario federale del distretto Yamalo Nenets sta diffondendo notizie sulla morte di Navalny nella colonia di detenzione IK-3. Non appena avremo qualche informazione la comunicheremo“.
La portavoce ha inoltre denunciato che Navalny fosse stato chiuso ancora una volta in punizione, la ventisettesima dall’agosto del 2022 e la quarta negli ultimi due mesi di detenzione nella struttura penitenziaria di Kharp. A confermarlo anche un Tweet dello stesso Navalny del 14 febbraio: “Il carcere di Iamal ha deciso di battere il record di Vladimir allo scopo di adulare e compiacere le autorità di Mosca. Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione. Cioè, questa è la quarta cella di punizione in meno di 2 mesi che sono con loro“.
Navalny è detenuto dal 2021 per motivi politici e da allora ha denunciato i diversi soprusi subiti durante la detenzione. In particolare i lunghi e frequenti periodi in isolamento causati da pretesti piuttosto assurdi. Lo scorso dicembre le tracce del dissidente politico in carcere si erano perse e solo a fine mese le autorità hanno annunciato che l’oppositore era stato trasferito nella struttura detentiva di Kharp, oltre il circolo polare artico.
Navalny: le parole di Lupi
Immediata la reazione da parte della politica italiana sulla morte di Navalny. Maurizio Lupi di Noi Moderati afferma: “Nessun distinguo può essere accettato di fronte all’eliminazione di un oppositore politico, solo ferma condanna. E un monito: abbandonare l’Ucraina e cedere il passo alle politiche di espansione violenta delle autocrazie avrebbe come conseguenza la perdita della libertà e l’annullamento dei diritti democratici“.
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