Domani, 2 giugno, il Messico si prepara a vivere una giornata elettorale storica. Oltre a scegliere il nuovo presidente della Repubblica, sostituendo l’attuale presidente di sinistra Andrés Manuel López Obrador, che la Costituzione non permette di rieleggere, i messicani saranno chiamati a eleggere 628 parlamentari del Congresso e oltre 20.000 seggi tra stati e municipi. Con 99 milioni di elettori registrati, le elezioni si preannunciano come un evento di grande importanza per il Paese.
I tre candidati alle presidenziali: 2 donne e un uomo
Con 61 anni di età, Claudia Sheinbaum rappresenta la coalizione di governo ed è la principale favorita per la vittoria. Laureata in fisica e con una solida carriera accademica alle spalle, Sheinbaum è vista come la naturale erede politica di López Obrador. Il suo approccio e le sue politiche sono in linea con quelle dell’attuale presidente, puntando su un governo che continui a favorire le classi meno abbienti e a combattere la corruzione. I sondaggi la danno nettamente in testa con il 56,9% dei consensi.
L’Ingegnere e imprenditrice, Xóchitl Gálvez, guida l’alleanza di opposizione composta dai partiti Azione Nazionale, Rivoluzionario Istituzionale e Rivoluzione Democratica. La sua campagna si è concentrata su temi come l’innovazione tecnologica, l’efficienza amministrativa e il rilancio economico. Nonostante sia distanziata nei sondaggi con il 31,2% dei consensi, Gálvez rappresenta una seria contendente per la presidenza.
Il terzo candidato è Jorge Álvarez Máynez, leader del Movimento Cittadino. Anche se i sondaggi lo collocano al terzo posto con l’11,9% dei consensi, il suo movimento rappresenta una voce alternativa nel panorama politico messicano altamente polarizzato, e potrebbe pertanto diventare un ottimo polo di attrazione per chi fosse scontento dei partiti di maggioranza. Álvarez Máynez, in particolare, si è distinto per la sua attenzione alle politiche sociali e per un approccio più progressista rispetto agli altri candidati.
Violenza in Messico: clima sociale e politico in grave crisi
Le elezioni di domani potrebbero segnare un momento di svolta storica per il Messico, con la concreta possibilità di eleggere la prima presidente donna nella storia del Paese. Questo rappresenterebbe un cambiamento epocale e un passo significativo verso una maggiore parità di genere nella politica messicana. Sheinbaum e Gálvez vengono descrirtte entrambe come figure carismatiche, che incarnano, seppur in modi diversi, il desiderio di progresso e innovazione.
La preparazione alle elezioni ha però portato anche tristi notizie relative a disagi e aumenti della criminalità in tutto il Paese. La campagna elettorale è stata segnata da numerosi episodi di violenza, con un bilancio tragico: tra settembre 2023 e il 15 maggio 2024, con l’assassinio di 30 aspiranti a cariche elettive. Il Seminario sulla Violenza e la Pace del Colegio de México ha inoltre riportato che 532 candidati hanno richiesto protezione, e 487 persone attualmente usufruiscono di servizi di sicurezza.
Le autorità hanno respinto 45 domande di candidatura, evidenziando la complessità e la pericolosità del clima politico attuale. Questi episodi di violenza rischiano di influenzare negativamente l’affluenza alle urne e la partecipazione degli elettori, che potrebbero sentirsi intimiditi dal contesto, diventando una grave minaccia per la democrazia messicana.