Scontro tra titani nella baia di Monterey, una cittadina di circa 30.000 abitanti dello stato della California, Stati Uniti: uno squalo verdesca viene attaccato e sbranato da un leone marino della California.
Il filmato, fa sapere il Corriere della Sera, è stato girato dalla barca Princess Monterey Whale Watching Boat. “I leoni marini si nutrono in modo opportunistico e tra le loro prede ci sono anche gli squali” spiega il Marine Mammal Center della California.
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Leone marino californiano
Il nome scientifico di questa specie è Zalophus Californianus, cioè “otarie della California” e devono il soprannome di “leoni marini” alla loro criniera, anche se non così sviluppata come quella dell’otaria sudamericana. L’esemplare maschio può arrivare a pesare anche 300 kg ed è lungo fino a 2,40 metri, mentre la femmina pesa circa 90 kg ed è lunga 2 metri.
Il loro muso appuntito li fa somigliare vagamente ad un grosso esemplare di cane ed è per questo che si prestano facilmente a fare numeri con la palla nei parchi marini di tutto il mondo. Le femmine hanno un colore più chiaro rispetto ai maschi. Si nutrono principalmente di pesci, crostacei e cefalopodi e i principali predatori di questa specie marina sono le orche e gli squali. Strano, infatti, che sia avvenuto il contrario.
L’attacco del leone marino sarà colpa dell’alga tossica?
E’ da questa estate 2023 che una particolare alga tossica sta facendo strage di delfini e leoni marini lungo le coste della California meridionale. Non solo, oltre a causarne la morte, questo specifico tipo di alga provocherebbe in questi esemplari un insolito comportamento aggressivo.
Gli studiosi hanno individuato dei comportamenti anomali da parte del leone marino come: l’oscillazione della testa avanti e indietro, fuoriuscita di schiuma dalla bocca, attività convulsiva. Il tutto sarebbe causato dalla particolare neurotossina presente nell’alga Pseudo-nitzschia australis, l’acido domoico.
Gli esperti invitano le persone a stare lontane dagli esemplari di leone marino, di non interagire con loro e tenerli a debita distanza. Nessuno può avvisare, però, gli sfortunati predatori naturali dei leoni marini: gli squali. Anche questo episodio sarà colpa della neurotossina contenuta nell’alga? Oppure sta cambiando la catena alimentare a causa della crisi climatica?
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