Saleh Al-Arouri, numero due di Hamas, è stato ucciso nella giornata di ieri 2 gennaio mentre si trovava in un ufficio nella periferia di Beirut. Un omicidio, quello del 58enne fondatore delle Brigate Izz al-Din al-Qassam ed “anello di giunzione tra il movimento palestinese di Gaza e i suoi alleati regionali”, che ha portato “all’interruzione di un accordo tra Israele ed Hamas e pone l’attenzione sulla prevenzione dell’escalation, soprattutto nel nord di Israele”.
Tutti i leader di Hamas uccisi dagli anni ’90 ad oggi
Saleh al-Arouri –la cui morte in questo periodo storico, con la guerra che imperversa tra Israele e Palestina, ha un peso importante – è però, in ordine cronologico, solo l’ultimo dei leader dell’organizzazione religiosa ad essere stato ucciso. Dagli anni ’90 ad oggi infatti sono stati in totale 8 i principali esponenti di Hamas a perdere la vita per mano di Israele.
Yahya Ayyash, comandante del battaglione Samaria delle Brigate Al Qassam fu il primo ad essere ucciso nel 1996 tramite la detonazione di un telefono esplosivo. A lui seguirono: Salah Shehadeh, uno dei fondatori delle Brigate al Qassam, ucciso nel 2002 a Gaza a seguito del bombardamento aereo della sua abitazione; Sheikh Ahmad Yassin e Abdel Aziz al-Rantisi, cofondatori di Hamas, entrambi uccisi nel 2004 all’interno delle loro auto, il primo a causa di un bombardamento e il secondo in un attacco a Gaza; sempre nel 2004 perse la vita, dopo un fallito tentativo di avvelenamento nel 1997, Khaled Mashal; Nabil Abu Selmeya, leader dell’ala militare di Hamas, rimasto ucciso nel 2006 in un attacco a un edificio residenziale a pochi passi da Gaza. Più recente la morte dell’unica donna membro dell’ufficio politico di Hamas, Jamila al-Shanti uccisa nel bombardamento della sua abitazione a Gaza il 19 ottobre 2023.