A un mese e un giorno dall’equinozio di primavera, come ogni anno si festeggia la Giornata della Terra, 24 ore di sensibilizzazione nei confronti del cambiamento climatico, del riscaldamento globale e delle azioni inquinanti che quotidianamente avvelenano il nostro pianeta. Una situazione che di anno in anno diventa sempre più emergenziale, avvicinandoci ad uno strapiombo da cui sarà complesso riuscire a risalire.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite da sempre in prima linea per la lotta ambientalista ha rilasciato un comunicato in onore di quella che oggi è definita la “Giornata mondiale di Madre Terra: “Oggi è la terza Giornata della Terra celebrata nell’ambito del Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi. Gli ecosistemi supportano tutta la vita sulla Terra. Più sani sono i nostri ecosistemi, più sano è il pianeta e i suoi abitanti. Il ripristino dei nostri ecosistemi danneggiati aiuterà a porre fine alla povertà, a combattere il cambiamento climatico e a prevenire l’estinzione di massa. Ma ce la faremo solo se tutti daranno il loro contributo“.
Giornata della Terra, l’Europa sempre più calda
Secondo il rapporto sullo “Stato europeo del clima 2023” redatto da Copernicus e dall’Organizzazione meteorologica mondiale, l’Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente, con un aumento delle temperature pari a circa il doppio della media globale. Un aumento delle temperatura che ha conseguentemente aumentato del 30% le morti legate al caldo, così come quelle legate a catastrofi naturali. Una strage silenziosa, che continua ad essere ignorata, mentre uno dei più grandi pericoli a cui l’umanità sta andando incontro continua ad ingigantirsi indisturbato.
Nel 2023 le Alpi hanno registrato un’eccezionale perdita di ghiaccio nei ghiacciai, legata all’accumulo di neve invernale inferiore alla media e al forte scioglimento estivo dovuto alle ondate di calore. Nel biennio 2022-2023, i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa il 10% del loro volume residuo. Dati inquietanti che dimostrano come il riscaldamento globale non vada ignorato, ma affrontato.
In Europa, comunque, sono stati compiuti dei piccoli passi avanti nell’ambito delle energie rinnovabili, ovvero le energie legate al sole, al vento e alla portata dei fiumi. Nel 2023, in Europa, la percentuale di produzione effettiva di elettricità da fonti rinnovabili è stata record, con il 43%, rispetto al 36% del 2022. Così per il secondo anno consecutivo, la produzione di energia da fonti rinnovabili ha superato quella da combustibili fossili inquinanti. Un successo non trascurabile, che però si rivela inutile se non omogeneo e non messo in atto allo stesso modo dalle grandi economie del mondo.
Giornata della Terra, Guterres: “Dobbiamo ripristinare l’armonia con la natura“
Nella Giornata della Terra anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha voluto commentare la grave situazione in cui versa il nostro pianete e di conseguenza tutte le specie animali e vegetali che lo abitano. “Ripristinare le relazioni con la Madre Terra è la madre di tutte le sfide dell’umanità. Dobbiamo agire, e agire ora, per creare un futuro migliore per tutti noi“, ha dichiarato il segretario, subito dopo aver definito l’uomo “un figlio delinquente” che distrugge la sua “Madre Terra“.
“Dipendiamo dalla natura per il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo. Eppure, abbiamo portato il caos nel mondo naturale” ha aggiunto il segretario, sottolineando: “Stiamo mettendo in pericolo la produzione alimentare, inquinando i nostri oceani e l’aria, creando un ambiente più pericoloso e meno stabile e frenando lo sviluppo sostenibile“. Guterres ha poi elencato azioni da mettere in atto per salvare il nostro mondo: “frenare la perdita di biodiversità, porre fine all’inquinamento e ridurre drasticamente le emissioni di gas serra a livello globale. Significa sostenere le popolazioni indigene, le comunità locali e altri soggetti più colpiti dalla crisi dell’inquinamento, del clima e della biodiversità“.
Il segretario Onu ha poi rivolto il suo appello ai diversi Paesi della Terra che “devono produrre nuovi piani climatici nazionali in linea con la limitazione dell’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius. Questi possono fungere anche da piani nazionali di transizione e da piani nazionali di investimento, sostenendo lo sviluppo sostenibile per le generazioni a venire“, per poi rivolgersi al G20 che “deve guidare un’eliminazione globale rapida, equa e finanziata dei combustibili fossili e porre fine ai sussidi che distruggono la natura, come quelli che sostengono la produzione galoppante di plastica che soffoca il pianeta“.