Gaza, continua la strage di giornalisti e persone innocenti

La tensione a Gaza raggiunge livelli critici con un nuovo episodio di violenza, che ha visto l'uccisione di due giornalisti di Al Jazeera, Hamza Dahdouh e Mustafa Thuraya

Redazione
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Un altro tragico episodio di distruzione e violenza nella Striscia di Gaza. Hamza Dahdouh, giornalista e figlio del capo dell’ufficio di Gaza di Al Jazeera, Wael Dahdouh, è stato ucciso insieme al collega Mustafa Thuraya in un attacco missilistico israeliano nella parte occidentale di Khan Younis. Il veicolo su cui viaggiavano è stato colpito mentre cercavano di intervistare i civili sfollati a causa dei precedenti bombardamenti. Un terzo passeggero, Hazem Rajab, è sopravvissuto all’attacco, riportando però gravi ferite.

Gaza: la tragedia

A ottobre Wael Dahdouh era già diventato famoso in tutto il mondo dopo aver scoperto durante una diretta che un raid aereo aveva distrutto la sua casa, uccidendo buona parte della sua famiglia. Sua moglie Amna, i figli Mahmoud e Sham, il nipote di appena un anno Adam persero la vita durante l’attacco, e ora Wael è costretto a piangere anche il figlio che era sopravvissuto alla tragedia.

Hamza 2
Hamza Dahdouh

Hamza era tutto per me” avrebbe dichiarato Wael ad Al Jazeera “mio figlio maggiore era l’anima della mia anima… queste sono le lacrime della separazione e della perdita, le lacrime dell’umanità“. Nonostante queste tragedie personali, secondo quanto riportato da Al Jazeera,  Dahdouh ha promesso che continuerà a lavorare instancabilmente per documentare gli eventi a Gaza e condividere la realtà della vita nella Striscia con il mondo.

La strage dei giornalisti di Gaza

Nel frattempo Al Jazeera Media Network ha condannato fortemente l’attacco, ribadendo che la morte di Hamza, 27 anni, e Mustafa, appena 20, richiede di adottare “misure legali immediate contro le forze di occupazione per garantire che non vi sia impunità”. 

Hamza e Mustafa non sono stati certo i primi giornalisti a morire a Gaza. Il sindacato dei giornalisti palestinesi avrebbe documentato l’uccisione di ben 102 professionisti a partire da ottobre. Una strage senza precedenti che, secondo Hamas, non sarebbe il danno collaterale di una guerra terribilmente violenta, ma un atto voluto da parte di Israele. 

L’accesso a Gaza è vietato per gli inviati di guerra esteri, e gli unici che possono raccogliere informazioni su ciò che effettivamente accade a Gaza sono i giornalisti che vivono nel territorio. Pertanto, secondo Hamas, la loro eliminazione rappresenterebbe per Israele un modo per nascondere al mondo le atrocità che commette sulla Striscia dall’inizio del conflitto.

Troppe vittime innocenti

Che Hamas abbia ragione o meno, una cosa è certa: di innocenti morti per sbaglio a Gaza ce ne sono davvero tanti. I raid aerei che hanno devastato la Striscia hanno spazzato via migliaia di civili, ma la tragedia non si è limitata alla controffensiva di ottobre, e continua a mietere vittime che non hanno niente a che vedere con Hamas o il terrorismo in generale. 

Solo ieri a Gerusalemme Est, oltre ai due giornalisti, è stata uccisa anche una bambina palestinese di appena 4 anni. La piccola sarebbe stata colpita per sbaglio da alcuni militari israeliani intenti a sparare a un uomo e una donna che con la propria auto si erano schiantati contro un loro check point investendo un’agente della polizia di frontiera.

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