L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito di un attacco aereo che nella notte ha colpito diverse case nella città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Il bilancio sarebbe tragico e in continuo aumento. Per ora le vittime in totale sarebbero 22, di cui 18 bambini. Una strage accompagnata dalle terribili immagini di case in frantumi, sopravvissuti distrutti psicologicamente e fisicamente dalle violenze che da mesi continuano a vivere.
Secondo quanto ricostruito dai presenti, sembrerebbe che in un primo attacco siano morti un uomo e una donna, sposati, insieme al loro bambino di tre anni. Una famiglia distrutta dalle atrocità della guerra. In un secondo bombardamento sono invece deceduti tredici bambini e due donne, tutti appartenenti allo stesso nucleo famigliare. Dall’inizio della guerra, nella Striscia di gaza sono stati uccisi 34.097 palestinesi e altri 76.980 sono rimasti feriti.
Continuano intanto i tentativi di instaurare una tregua tra Israele e Hamas, per permettere un cessate il fuoco che sia finalmente duraturo. La questione si rivela ogni giorno più complessa, come dimostra il nuovo veto di Hamas. “Ogni bozza di accordo presentata da Hamas dimostra che Egitto, Qatar, Turchia e Russia, insieme all’Onu e agli Stati Uniti, sono i garanti dell’accordo, ma ogni volta gli israeliani rifiutano di includere Turchia e Russia come Paesi garanti” ha dichiarato il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, all’agenzia di stampa turca Anadolu.
Scioperi e proteste per i morti in Cisgiordania e a Gaza
La Mezzaluna Rossa palestinese ha annunciato in serata che almeno 14 persone sono state uccise nel campo profughi di Nur Shams, vicino Tukarem nel nord della Cisgiordania, a causa di un catastrofico raid aereo. Per ora il bilancio dei morti è fermo a 14 vittime, ma non è chiaro se vi siano altri corpi sotto alle macerie. Poche ore dopo è avvenuto il devastante raid aereo contro alcune abitazioni di Rafah.
Proprio per le azioni commesse in Cisgiordania, le forze armate israeliane potrebbero essere sanzionate dagli Usa. Un’ipotesi che ha scatenato l’ira di Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano che ha dichiarato: “Le forze armate non devono essere sanzionate. È il massimo dell’assurdità e il punto più basso dal punto di vista morale“. Nel frattempo, in tutta la Cisgiordania è stato indetto uno sciopero dei lavoratori, in protesta per la morte dei 14 palestinesi a Tulkarem e per l’attacco a Rafah.
Lo sciopero è stato indetto dall’organizzazione politica palestinese Fatah, che “ha invitato le persone a unirsi a sostegno del nostro popolo“. Anche gli insegnanti aderiranno allo sciopero, così da permettere la chiusura di tutte le scuole, le strutture educative e il ministero dell’Istruzioni. Sembrerebbe che anche il sindacato dei lavoratori dei trasporti abbia dato la propria adesione allo sciopero.