Raid statunitensi in Iraq e Siria. Non si è fatta attendere la risposta di Biden all’attacco di fine gennaio contro la base Tower 22, che aveva causato la morte di tre militari americani. La rappresaglia statunitense comprendeva 125 missili che hanno distrutto circa 85 bersagli: “é stato solo l’inizio della nostra risposta”. La controffensiva di Biden ha colpito la capitale yemenita Sana’a.
La vendetta di Biden in Medio Oriente
Iniziato il braccio di ferro di Biden contro il Medio Oriente, che rischia di sfociare in un’escalation di violenza. L’iniziativa del contrattacco è stata annunciata dopo il rientro delle salme dei tre militari uccisi in Giordania. Obiettivo dei bombardamenti sono state le strutture dei miliziani sciiti filo-iraniani tra cui quelle dei Guardiani della Rivoluzione. I bersagli dei bombardamenti statunitensi erano strutture che includevano centri di comando e controllo, centrali di intelligence e depositi di veicoli aerei.
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Biden ieri ha partecipato alla cerimonia di accoglienza delle salme dei tre militari uccisi e ha spiegato che “gli Stati Uniti non cercano il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo“, ma che “tutti coloro che potrebbero cercare di farci del male sappiano questo: se fate del male a un americano, noi risponderemo“. Poche ore dopo è partito l’attacco.
Una prova di forza, una (ulteriore) dimostrazione della supremazia statunitense in termini di arsenale militare e influenza geopolitica: questa la dichiarazione di intenti americana a fronte dell’arsenale bellico che ha dispiegato. I bombardieri B-1 possono colpire “chiunque e ovunque“, spiega il Generale dell’Esercito Sims, e hanno il dichiarato scopo di distruggere il nemico. Poi spiega “questo è quello che ci è stato chiesto e oggi siamo stati in grado di metterlo in atto“.
Attacco di Biden in Medioriente, Russia: “Gli Usa seminano distruzione”
Proteste e reazioni arrivano dall’Iran che promettono vendetta: “l’attacco non farà che aumentare le tensioni nella regione: un errore strategico quello degli americani” afferma il portavoce diplomatico di Teheran, Nasser Kanani.
Opposizioni arrivano anche dalla Russia che accusa gli Stati Uniti di seminare “terrore e distruzione” per questo ha richiesto che il Consiglio di Sicurezza si riunisca per affrontare la questione mediorientale, che rischia di degenerare: fissata per domani una riunione al Palazzo di Vetro di New York. “Ancora una volta gli Stati Uniti mostrano al mondo la natura aggressiva delle politiche in Medio Oriente e il loro disprezzo per il diritto internazionale“, così affonda il colpo il Ministro degli Esteri russo Maria Zakharova.
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