Gli Stati Uniti intendono imporre nuove sanzioni contro l’Iran in risposta all’attacco dello scorso fine settimana a Israele, invitando anche i loro alleati a seguire misure simili. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha affermato che queste azioni mirano a contenere e degradare la capacità militare dell’Iran e affrontare i suoi comportamenti problematici.
Le nuove sanzioni, che riguarderanno il programma missilistico e di droni dell’Iran e il ministero della Difesa iraniano, saranno parte di uno sforzo continuo per mantenere la pressione sul regime di Teheran. Nel frattempo, la comunità internazionale resta in attesa della risposta di Israele all’attacco, con speculazioni su possibili obiettivi e strategie. Gli Stati Uniti ritengono che tale risposta sarà probabilmente limitata e potrebbe concentrarsi su obiettivi al di fuori dell’Iran per evitare un’escalation più ampia.
Sì alle sanzioni, ma i pasdaran non sono terroristi
I media statunitensi hanno riferito che Israele potrebbe prendere di mira i ‘proxies’ dell’Iran, come le milizie in Siria o Hezbollah in Libano, anziché colpire direttamente il territorio iraniano. Tuttavia, Teheran ha avvertito che qualsiasi attacco ai suoi interessi al di fuori del paese potrebbe provocare comunque un’escalation del conflitto. Il gabinetto di guerra israeliano ha deciso di rispondere “chiaramente e con forza” all’Iran, ma allo stesso tempo Tel Aviv cerca di coordinare le sue azioni con gli Stati Uniti in modo da evitare una guerra regionale.
Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha chiesto agli alleati internazionali di adottare nuove sanzioni contro l’Iran e di includere il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica nella lista delle organizzazioni terroristiche. In risposta, il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha affermato che attualmente non vi sarebbero le basi per classificare l’organizzazione dei pasdaran come terroristica. Borrell ha sottolineato la necessità che un’autorità giudiziaria di uno Stato membro riconosca un atto terroristico compiuto dall’organizzazione, una condizione attualmente non soddisfatta.
Gli alti rischi di escalation nella regione
Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, insieme ad altri leader internazionali, ha esortato Israele alla moderazione mentre i timori della comunità internazionale si concentrano su un possibile attacco israeliano ai siti nucleari iraniani. Una reazione che potrebbe spingere il Medio Oriente in quel baratro profetizzato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
Le autorità iraniane hanno alzato il tono riguardo alla possibile ritorsione israeliana, avvertendo che la risposta potrebbe essere immediata e significativa. Il vice ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani, ha avvertito che la risposta a un eventuale attacco israeliano sarebbe immediata: “la risposta che riceveranno non sarà calcolabile in termini di ore o giorni, ma piuttosto in pochi secondi”. Inoltre, il portavoce della Commissione per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha sottolineato la preparazione dell’Iran nell’utilizzare risorse precedentemente non impiegate.