La recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti nella causa Dobbs – che ha ribaltato la sentenza Roe vs Wade del 1973, rivoluzionando così il diritto costituzionale all’aborto – sta già suscitando un impatto tangibile sulle scelte contraccettive della popolazione statunitense. Uno studio internazionale, pubblicato sul JAMA Health Forum, ha rivelato un repentino aumento delle procedure di contraccezione permanente tra gli adulti di età compresa tra i 18 e i 30 anni.
Sterilizzazione: la paura di una condanna a vita
Secondo quanto riportato, l’aumento delle procedure è stato particolarmente pronunciato tra le donne, con una crescita doppia rispetto agli uomini. La ricerca ha evidenziato un incremento della domanda di contraccezione permanente nei mesi successivi alla sentenza, che ha permesso agli Stati di limitare o vietare ulteriormente l’aborto. Questo aumento ha coinvolto procedure come la sterilizzazione tubarica e la vasectomia.
Gli autori dello studio hanno osservato che, fino ad ora, nessuna ricerca aveva esaminato in modo differenziato l’impatto della sentenza sulla contraccezione permanente tra uomini e donne o tra gli adulti più giovani, che sono più inclini a sperimentare sterilizzazione e aborto. Per colmare questa lacuna, i ricercatori hanno analizzato i cambiamenti nella sterilizzazione tubarica e nella vasectomia tra i giovani adulti, utilizzando dati provenienti dalla piattaforma TriNetX, che aggrega informazioni dalle cartelle cliniche di centri medici accademici e cliniche affiliate.
Prima della sentenza, il tasso mensile di contraccezione permanente era già in aumento, ma la sentenza ha segnato un immediato incremento delle procedure, con un aumento maggiore tra le donne rispetto agli uomini. Questo dato mostra chiaramente che la narrazione della natalità come obiettivo di vita da perseguire a ogni costo, non solo non sia più valida, ma che abbia addirittura assunto un valore opposto: una condanna a vita in un ruolo di genitore che non si desidera.
Aborto: il diritto di decidere del proprio corpo
La sentenza Roe vs Wade non aveva avuto solo il merito di aver sancito il diritto per le donne all’aborto, ma anche quello di aver affrontato un argomento estremamente importante per i diritti fondamentali di ogni persona: il concetto di privacy. Roe vinse la causa proprio perché fu riconosciuto il valore privato della sua gravidanza: un aspetto in cui l’autodeterminazione della donna poteva essere l’unica giudice, mentre il pubblico e il governo non avrebbe potuto avervi accesso senza violare ben cinque emendamenti: il Primo, il Quarto, il Quinto, il Nono e il Quattordicesimo.
Il ribaltamento della sentenza riapre invece la vita privata della donna all’arbitrio della realtà pubblica, che può decidere del suo corpo e della sua vita, con tutto ciò che può derivare da una gravidanza indesiderata: sofferenza fisica e psicologica, potenziali problemi di salute, potenziali rischi del parto, oltre a trasformazioni radicali nello stile di vita della persona.