“Oh mio Dio! Guardate quell’immagine laggiù… È la Terra che sorge. Uahoo che bella!”. Stupore e commozione, le parole che accompagnarono lo storico scatto della Terra vista dallo spazio. Grazie alla missione Apollo 8 l’intera umanità per la prima volta ha potuto osservare la sua casa, il luogo che abita ormai da circa 4 miliardi di anni.
Lo scatto, da bianco e nero, grazie ad alcuni filtri riacquistò i suoi colori e divenne uno dei più iconici della storia e quell’anno, grazie a quella fotografia, venne ribattezzato “Natale della Terra”.
Leggi Anche
Natale Terrestre: la missione Apollo 8
Earthrise – “Il Sorgere della Terra” – è rimasto da allora il nome della fotografia AS8-14-2383HR. Il celebre click appartiene dall’astronauta della Nasa William Anders che, durante la missione dell’Apollo 8 era tra i primi esploratori lunari di tutta la storia, insieme agli astronauti Frank Borman, James Lovell e William Anders, a completare più volte il giro orbitale intorno la luna.
Non un vanto da poco, tanto che la Nasa, l’americana National Aeronautics and Space Administration, non perde occasione di celebrare ogni anno, di 24 dicembre, una delle pagine più importanti scritte nella storia e facente parte della sua storia.
Tra le 100 fotografie che hanno cambiato il mondo
Lo scatto della luna vista dallo spazio fece la storia del 20° secolo diventando simbolo di speranza e progresso, qualcosa che si pensava impensabile fare fino al giorno prima. E’ per questo che si è guadagnata l’ingresso nella classifica delle “100 fotografie che hanno cambiato il mondo“.
Ad essere memorabili non solo quelle immagini, bensì anche il messaggio lanciato da Anders a missione conclusa. “Mentre uno degli anni più turbolenti e tragici della storia americana (n.d.r. il 1968) volgeva al termine – ricorda la Nasa sul suo sito web – milioni di persone in tutto il mondo guardavano e ascoltavano gli astronauti dell’Apollo 8″. La missione è storica perché “mentre il loro modulo di comando fluttuava sopra la superficie lunare, gli astronauti a turno hanno letto a turno il libro della Genesi” e augurato all’umanità, dall’orbita lunare, un “Buon Natale e una benedizione a tutti voi, sulla buona Terra“.
La scelta sulle parole da dire era fondamentale. Il pubblico che avrebbe ricevuto quel messaggio era letteralmente formato da tutte le persone del globo. Proprio per questo motivo i versi recitati della Genesi si rivelarono i più appropriati e rispettosi nei confronti dei credenti di tutto il mondo.
© Riproduzione riservata