Il caro vita pesa sempre di più sulle spalle degli italiani. La morsa dei prezzi in aumento ha reso la quotidianità quasi un lusso per moltissimi cittadini. Secondo alcuni indicatori dell’Istituto della Ricerca per gli Italiani – Eurispes – la metà della popolazione, il 57,4% non riesce ad arrivare a fine mese senza grandi difficoltà.
La situazione grava a causa delle bollette, 33,1%, affitto per il 45,4% e le rate del mutuo, 32,1%. Ciò emerge dalle indagini campionarie del Rapporto Italia 2024. Per essere tranquilli, gli italiani sono ormai costretti a chiedere aiuto alla famiglia di origine (32,1%), oppure a ricorrere all’acquisto a rate (42,7%).
L’economia gravosa a danno degli italiani
Almeno il 55,5% degli italiani ritiene – secondo il rapporto presentato dall’Eurispes “L’Italia al bivio”- che la situazione economica del Paese abbia subito un peggioramento nel corso dell’ultimo anno. Per il 18,6% è rimasta stabile, mentre solo un italiano su dieci ha indicato segnali di miglioramento. Secondo l’analisi dell’Istituto, guardando al futuro, i cittadini sono cauti: per il 33,2% la situazione economica italiana resterà infatti stabile nei prossimi dodici mesi. Il 31,6% sono invece i pessimisti, cioè coloro che credono che la condizione può solo che peggiorare, mentre il 10,8% prospetta un periodo di crescita economica.
Il 40,9% degli italiani afferma che la situazione economica personale e familiare negli ultimi 12 mesi è rimasta stabile. Il 35,4% degli italiani denuncia un peggioramento della propria condizione economica, mentre il 14,2% parla di un miglioramento.
Sul fronte del risparmio, solo il 28,3% riesce a risparmiare, il 36,8% fa ricorso ai risparmi per arrivare a fine mese. Nelle difficoltà economiche alcuni italiani hanno chiesto sostegno di amici, colleghi e altri parenti (17,2%), il 16% ha richiesto un prestito in banca, mentre il 13,6% ha dovuto chiedere soldi in prestito a privati – diversi da amici o parenti.
Le rinunce degli italiani
Con un’economia così gravosa in termini economici, il rapporto evidenzia come gli italiani abbiano dovuto fare delle rinunce. Il 37,6% degli italiani ha dovuto dire addio alla baby sitter e il 24,3% alla badante. Il 15,3% ha dovuto vendere o ha perso beni come la casa o l’attività commerciale. Non solo, le rinunce riguardano anche la salute: si fanno a meno di visite specialistiche per disturbi o patologie specifiche (23,1%), terapie/interventi medici (17,3%), o all’acquisto di medicinali (15,9%).
Davanti queste drammatiche stime, l’Eurispes afferma: “Il quoziente familiare, a differenza di quanto avviene oggi in Italia, dove la tassazione ha una base individuale che, a parità di reddito, penalizza le famiglie monoreddito e quelle con figli a carico, favorirebbe una riduzione delle tasse. In sostanza, ribalterebbe il sistema attuale di tassazione, basato sui redditi individuali. Questo sistema avvantaggerebbe le famiglie con figli, diventando così, seppur indirettamente, un incentivo alla natalità“.
“L’imposizione fiscale cadrebbe, quindi, sul reddito medio pro capite, piuttosto che su quello familiare unitario. Introdurre anche in Italia il quoziente familiare secondo il modello francese potrebbe senz’altro comportare per le famiglie un risparmio medio annuo di imposta, che andrebbe ad aumentare al crescere del reddito e del numero dei componenti delle famiglie. I vantaggi sono assicurati dal fatto che le aliquote progressive verrebbero applicate sul reddito medio pro capite e non sul reddito di ogni componente familiare“, ha poi concluso.