All’indomani della Festa del Lavoro, arrivano le ultime stime dell’Istat in merito all’occupazione in Italia. Nel mese di marzo sarebbero emersi dati sul numero di occupati, pari a 24 milioni 307mila, leggermente in calo rispetto al mese di febbraio. L’Istituto ha individuato una diminuzione dell’occupazione dello 0,1% che risulta pari a -16mila persone e quindi si tratta di un tasso di disoccupazione pari al 6%, in cui quello giovanile arriverebbe al 19,0%.
Tale statistica rivela anche che l’aumento delle persone in cerca di lavoro (+2,1%, pari a +32mila unità) si osserva soltanto per gli uomini e i minori di 50 anni d’età. Nel dettaglio, il calo dell’occupazione registrato a marzo 2025, riguarda le donne, i minori di 35 anni, i dipendenti a termini e gli autonomi. Nelle altre classi d’età, tra gli uomini e tra i dipendenti permanenti, il numero di occupati cresce.
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Si tratterebbe di un dato che in verità contestualizzato rispetto all’interezza dell’anno, appare superiore a quello di marzo del 2024, superando le unità di occupati dell’1,9%, pari a +450mila persone, sintesi della crescita dei dipendenti permanenti, ovvero +673mila, e degli autonomi, quindi +47mila, a fronte del calo dei dipendenti a termine, -269mila. Nel diffondere i dati provvisori su occupati e disoccupati, l’Istat fa emergere su base mensile, un tasso di occupazione stabile al 63,0% e quello di inattività pari al 32,9%.
Meloni prosegue fiduciosa
Solo ieri erano giunte le riflessioni del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in occasione del 1° maggio ha ribadito come il lavoro sia “uno dei pilastri su cui questo Governo ha fondato la sua azione“. In due anni e mezzo, spiega la premier, “sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro e il numero complessivo degli occupati ha raggiunto il massimo storico“, ovvero più di 24 milioni e 300mila.
La premier ha poi sottolineato come sul fronte del tasso di occupazione femminile non sia mai stato così alto come ad oggi, ovvero quando la disoccupazione è minima da 18 anni a questa parte. “Aumentano i contratti a tempo indeterminato, diminuisce il precariato“, ha puntualizzato riconoscendo comunque la necessità di continuare a lavorare su questa rotta, perché “c’è ancora molto da fare“.
I dati riscontrati sarebbero quindi incoraggianti, e una delle rivendicazioni principali del Governo è l’aumento dei salari minimi, dato in controtendenza rispetto a quello che accadeva nel passato.
Lavoro, le “smentite” dell’opposizione
Di opinione diversa, le opposizioni con Italia Viva e Pd che si sono accaniti sui numeri emersi per rispecchiare l’altra faccia della medaglia sul lavoro. “Giorgia Meloni mente“, affonda la senatrice di Iv, Raffaella Paita circa la dinamica dei salari e nel potere d’acquisto delle famiglie, “non c’è stata nessuna inversione di tendenza. Anzi, con il suo governo l’unica cosa che e’ aumentata sono le tasse. Menzogne sulla pelle dei
lavoratori“. Secondo la capogruppo a Palazzo Madama, “le clamorose bugie della premier vengono puntualmente smentite dai dati: le retribuzioni reali di marzo 2025, dice l’Istat, sono inferiori dell’8% rispetto a quattro anni fa“.
Chi crede che il governo abbia “completamente fallito” sul tema del lavoro è anche il Partito Democratico che fa leva sui dati emersi. “Oggi i lavoratori italiani guadagnano in media l’8 per cento in meno rispetto a quattro anni fa“, ribadisce Toni Ricciardi, vicecapogruppo del Pd alla Camera, che si è soffermato anche sull’analisi dei dati Istat circa le parte all’estero dei lavoratori italiani. L’Istitito avrebbe difatti confermato “194mila persone che se ne vanno, soprattutto, per una questione salariale“.
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