Una soluzione per l’Europa è il price cap dinamico (ovvero lavorare “a forchetta), all’indice Ttf della borsa di Amsterdam. Sale in pressing su Berlino che resta scettico sul l’ipotesi price cap
Il premier Mario Draghi torna a farsi sentire sul dossier gas e questa volta lo fa al tavolo dei Grandi del pianeta. “Siamo riusciti a diversificare le nostre fonti di energia e a diventare sempre più indipendenti dal gas russo, ma i prezzi dell’energia sono ancora troppo alti, è un problema che dobbiamo affrontare uniti”, ha affermato il Premier italiano durante il suo intervento al G7. Ad ascoltarlo tutti i 27 leader e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, al quale spetta il compito più difficile: formulare una proposta che accontenti tutti i capi di stato.
“Stiamo lavorando velocemente, sulla riduzione della domanda ma anche sui prezzi e sugli investimenti”, hanno ribadito dalla Commissione. Ed una delle ipotesi che, in queste ore, sembra tra le più plausibili, è quella di mettere un cosiddetto price cap dinamico (ovvero una forchetta), all’indice Ttf della borsa di Amsterdam.
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Alla riunione in videoconferenza del G7 si è parlato soprattutto di Ucraina e dell’escalation impressa dal Cremlino. Ma al punto 13 del comunicato finale si fa cenno alla necessità di “uno stretto coordinamento per affrontare l’impatto negativo sulla stabilità economica globale, anche continuando a cooperare per garantire la sicurezza energetica e l’accessibilità economica in tutto il G7 e oltre”.
Un messaggio simile potrebbe essere portato dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani al Consiglio Affari Energia straordinario di mercoledì a Praga. Si tratta della prima occasione in cui la Commissione, nei panni di Kadri Simson, è chiamata ad illustrare lo schema del piano d’azione di Bruxelles. Uno schema che andrà a toccare, a grandi linee, la gestione della domanda energetica, un tetto al prezzo del gas che forma il costo dell’elettricità e, nel lungo periodo, una vera e propria riforma del mercato. “Probabilmente il price cap sarà un intervallo entro il quale il Ttf potrà variare senza avere questi picchi di volatilità assurdi. Direi che su questo stiamo convergendo”, ha spiegato Cingolani, tornando a puntare il dito contro la borsa di Amsterdam: “Il Ttf è totalmente sganciato dalla realtà. Stiamo pagando questa cosa e un ritardo nell’agire. Non stiamo pagando una reale mancanza di gas”.
La Commissione europea, che nel briefing quotidiano è tornata a respingere le accuse di un ritardo nella sua azione, si muoverà in realtà su più opzioni, inclusa quella di un price cap da negoziare, attraverso contratti a lungo termine, con i fornitori affidabili.
Sullo sfondo c’è, soprattutto, il pressing di diverse cancellerie su Bruxelles e, indirettamente sulla Germania, che si appresta a mettere in campo uno scudo da 200 miliardi. Berlino, sul price cap, continua a restare scettico mentre si è reso disponibile, salvo poi fare dietrofront, sulla possibilità di fare debito comune per affrontare il caro prezzi.
L’impressione, secondo più di una fonte a Bruxelles, è che nel nome del level playing field su uno dei due punti dovrà fare qualche concessione.
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