Sono passati quasi 70 anni dalla nascita del primo palinsesto televisivo del nostro paese. Il 3 gennaio 1954, la Rai entrò nelle case degli italiani, forse inconsapevole dell’importanza che avrebbe avuto nel trasformarne il profilo cultuale nei decenni successivi.
La trasformazione di un paese
In realtà, il giorno dell’inaugurazione, solo una fetta estremamente ridotta della popolazione era effettivamente abbonata al servizio Rai. Nonostante l’aumento esponenziale degli spettatori nel tempo, per molti anni la maggior parte degli italiani non aveva le possibilità economiche per permettersi un televisore, e si radunava nei bar o a casa di amici più fortunati per vedere e commentare i programmi televisivi tutti insieme.
Leggi Anche
La televisione divenne rapidamente un forte catalizzatore sociale e culturale. Milioni di spettatori in tutta la penisola venivano attratti dall’ingombrante schermo a tubo catodico e dalla scarsa scelta di programmi realizzati all’epoca. Nei primi anni infatti, Rai produceva un solo canale televisivo, e gli italiani potevano guardare solo ciò che veniva accuratamente scelto per loro.
La Rai nel cuore di una generazione
Nel 1961 arriva finalmente Rai 2 e con esso la prima timida possibilità di fare zapping tra i canali. Naturalmente, fino agli anni 70, in Italia non si sapeva neanche che esistesse un dispositivo a raggi infrarossi per cambiare canale, e solitamente si usavano i figli più piccoli come telecomando, spedendoli dall’altra parte della stanza a premere i grossi pulsanti del televisore.
In genere, erano proprio i bambini ad accendere la televisione per primi. L’inizio delle programmazioni nel pomeriggio partiva con la TV dei ragazzi, una serie di cartoni animati e programmi indirizzati proprio a bambini e adolescenti. Finito il turno dei figli, la Rai attirava l’attenzione dei genitori con il telegiornale delle 18:30, e poi si guardava tutti insieme i programmi serali. Film il lunedì e il mercoledì, e gli immortali quiz il giovedì.
Canzonissima, Rischiatutto, il Carosello… Molti i programmi che, complice l’assenza di alternative, sono riusciti in quegli anni a raggiungere un grande successo di audience e rimanere nel cuore di intere generazioni. Naturalmente, il più seguito di sempre resta il grande Festival di Sanremo che, sopravvissuto al passare del tempo e l’evoluzione della tecnologia, si avvia verso la sua 74esima edizione.
La Rai nasce, cresce, ma non evolve
La nascita di nuove reti televisive di emittenti avversarie e la diffusione degli show televisivi on demand non hanno eliminato gli ascolti Rai come si temeva. Anche in tempi recenti i programmi Rai riescono ad attrarre un certo seguito, soprattutto da parte della popolazione più anziana e abitudinaria che è cresciuta con i canali dell’emittente nazionale. Resta però da chiedersi: cosa succederà quando tale generazione scomparirà?
È infatti evidente che i programmi delle reti avversarie come Mediaset, siano riusciti a stare al passo con i tempi e promuovere canali capaci di attrarre tutte le fasce d’età. La Rai è invece rimasta sempre fedele al suo pubblico originale, perdendo nel tempo una grossa fetta di spettatori attratta dalla novità. Proprio in questi giorni si è registrato un forte calo nel numero degli spettatori Rai, e addirittura uno storico sorpasso di Mediaset che ha raggiunto il 37,7% di share contro il 37% Rai.
© Riproduzione riservata