Le collezioni di Gucci, da quando a dirigere l’orchestra è Sabato De Sarno, si spera sempre che siano come quel viaggio in Inghilterra che un famoso antiquario italiano desiderava fortemente.
L’ex centrale elettrica che è ospitante oggi la Tate Modern di Londra, con il suo crudo cemento fa da tela a trasparenze, fiocchi e fiocchetti, stampe floreali e esalazioni boho. Una delle sfaccettature più libertine che hanno accompagnato la moda degli anni Settanta. Nel complesso è stata creata una rappresentazione scenica della sfilata che non è ancora sicura di sé, non è da togliere il fiato, né tanto meno avanguardia pura, ma come l’intera collezione, è piantata in un presente senza tempo.
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La scusa di un viaggio di lavoro per poter visitare l’Inghilterra, tanto desiderata. La vendita all’asta di un pezzo raro per ottenere il viaggio emozionale che tanto si spera di sognare partecipando alla visione di capi Gucci. Un pezzo raro che rappresenta il desiderio di rivivire, rinascere, reincarnarsi. Un pezzo raro che viene venduto nella speranza di declinarsi in quella che si pensa possa essere la visione magica di un creativo alla guida di una delle più incredibili Maison italiane.
Le emozioni sono contrastanti. Sopravvive un certo “non voler giudicare spietatamente” un lavoro così complesso come quello di pilotare una casa madre della moda italiana, ma al contempo non si accettano giustificazioni. Sabato De Sarno che ha debuttato in società nel settembre 2023, deve ancora definire il suo stile nella cifra della maison fiorentina. Un ingresso che appare timido ma curioso e volenteroso di risaltare ed essere ricordato. Almeno si spera.
Si tratta della terza opportunità con la quale è iniziato, forse, a schiudersi un guscio custode dell’interiorità propria della personalità De Sarno. Un carattere con le radici firmate Valentino, o meglio, modellato da un mentore di nome Pierpaolo Piccioli. Non necessariamente l’allievo supera il maestro… Una collezione più decorata, minuziosa, composta e dalle interessanti proporzioni, che è sembrato però lo schizzo in grafite di un paesaggio nebbioso. Emergono, quindi, nell’essenziale delle linee, tutte le similitudini con la ex mano “valentiniana” di Nettuno.
Sabato De Sarno sta iniziando a scagliare il marmo in eccessso, per scolpire man mano quello che vive dentro di sé. Quel freddo marmo in surplus rappresentante di un approccio razionale e non personale delle prime collezioni, ora sta cadendo a terra, liberando una gradevole sensibilità, che non prevede romanticismo come si potrebbe superficialmente pensare. In verità, si tratta di una equilibrata contemporaneaità, senza il famoso sguardo rivolto al passato o al futuro.
Un Gucci senza tempo
Cosa vuole raccontare quindi di nuovo? Non ci sono riferimenti, né ispirazioni provenienti da chissà quale angolo di mondo. La collezione è senza tempo, è quella e basta. Anzi è un attraente insieme di immagini da ricomporre a personalissima preferenza, come se la sfilata fosse stata vista attraverso un bicchiere in cristallo intagliato. Un caleidoscopio utilizzato in penombra. Una nebbia dalla quale intravedere parziali costellazioni che la fantasia di ognuno deve ricostruire.
Poi, lo sguardo cade oltre il bicchiere, la luce illumina l’ombra e la brezza sfuma la nebbia. Un faro da seguire spunta su di uno scoglio, con fiducia e speranza. Occorre raggiungerlo per comprenderne la meta e la provenienza. Nondimeno attraversando un mare che, se De Sarno riuscirà a solcare con le coordinate sentimentali di Valentino, è probabile che possa avere qualcosa di meno comodo, non molle e preciso, bensì più realistico e naturale da raccontare.
L’attesa di Sabato De Sarno in Gucci
La curiosità giacente nell’animo di ogni interessato di conoscere veramente De Sarno, è la medesima con cui il perugino antiquario Fontana nutre nei confronti dell’Inghilterra. E come ogni grande desiderio di conoscenza, le aspettative si alzano e si radicano, quasi ad abituare la mente ad immagini che si spera di vedere e vivere ma che in verità potrebbero esistere solamente nella psiche e nella fantasia. E si viaggia con una adrenalina nascente dal pericolo di far precipitare, nella valle delle delusioni, questo aereo dalle positive aspettative. Precipitare nella Londra che tanto si sperava, invece, di visitare.
Si poteva continuare a vivere senza vedere una collezione degna di nome? A quanto pare si sopravvive lo stesso e la partenza per Londra è posticipata a Settembre.
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