Giambattista Valli N.26, l’Haute Couture di gesta romane

"La bellezza incompiuta dell'infinito. L'infinita bellezza dell'incompiuto", l'essenza della collezione Haute Couture N.26 di Giambattista Valli nella capitale francese

Margherita Valigi
5 Min di lettura

Una sincera adorazione della natura, che vive con o senza la presenza umana, e la più pura esaltazione della sartorialità raccontati da Giambattista Valli nella collezione Haute Couture Spring Summer 2024, iniziata da un bustino riecheggiante un busto da sartoria e conclusasi in fiocchi drammatici, fumoso tulle, un rivolare di drappeggi e balze.

Un’atmosfera a dir poco poetica e sognante e viverla ispira e libera la mente. Una di quelle esperienze letteralmente sensoriali, in cui i sensi si intrecciano e coesistono in uno stato di appagamento profondo. Un’immagine mentale che vede fondersi insieme la magia dei carillion, le eleganti movenze della danza classica, i paesaggi bucolici; l’inaspettato, il mistero, il fascino; un volare in un ricamato cielo romantico tra vaporose nuvole di tulle e stelle lucciccanti.

L’immaginario di Giambattista Valli

Giambattista Valli N.26
Giambattista Valli N.26

Un’atmosfera che trasporta la psiche tra giardini infiniti di colorati fiori dinamici, che sbocciano, si asciugano al sole dalla rugiada, che si addormentano al tramonto all’ombra di muschi e licheni. Un’immaginario talmente coinvolgente che si riesce a sentirne i profumi e le essenze di ogni forma floreale, in cui si percepiscono le gocce di pioggia leggera che toccano i petali e li inumidiscono, sprigionando l’olezzo di un terreno umido.

La musica cambia, si rinforza e racconta un forza, quella della natura: una bellezza armonica e un’armonia bellissima, che circonda e vive senza sentire ragioni, imperterrita, di una sana prepotenza sussurrata visivamente. L’operosità della natura che si svela nell’artigianalità delle mani sapienti che creano e danno forma ai pensieri del couturier. Una passerella delle meraviglie percorsa dalle silhouette tanto raffinate e posate nei movimenti quanto decise e taglienti negli sguardi dei volti leggiadri.

Giambattista Valli, “The unfinished beauty of infinity”

Giambattista Valli N.26
Giambattista Valli N.26

“Una pioggia nel pineto” dannunziana traslitterata nelle opere d’arte di Giambattista Valli. Un “Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane”, una possibile lettura di quella che è stata la sfilata Haute Couture della collezione N.26. Tacere chiudendo gli occhi e aprendo quelli dell’anima, rendendosi conto che Valli è riuscito nuovamente a comunicare con parole non umane, ma con parole nuove, quelle dell’arte dell’haute couture, quindi degli abiti sapientementi plasmati e della natura.

La natura che ha da sempre impreziosito i pensieri di couturier, letterati, poeti, filosofi, musicisti e pittori fin dalle origini. La sua forza calmante e la sua potenza avanguardista che insegna e che come Giambattista Valli definisce: “The unfinished beauty of infinity”, perché la natura ha sempre una storia in continuo divenire”. Ancora, si potrebbe descrivere la sensazione e lo stato d’animo suscitati dalla sfilata un po’ come William Wordsworth fece in “Daffodils” esprimendo che in uno stato d’animo ozioso e pensieroso, le sue amate giuchiglie appaiono in quell’occhio interiore che è la beatitudine della solitudine, e allora il suo cuore si riempie di piacere e danza con esse.

Il sogno alla Giambattista Valli

Giambattista Valli N.26
Giambattista Valli N.26

Una favola narrata da ciclamini e mandarini, da glicini, prati verdi e rose rosse, da viole e calle su fondo nero ossidiano. La grazia, la raffinatezza e l’eleganza chic che dettano le regole di una visione onirica al di fuori da ogni banalità o superficialità. La messa in risalto della manualità e dell’arte dell’atelier di Giambattista Valli in un defilé disegnato di volumi leggeri, strutture liberatrici e stupore scenografico. Una sfilata che ricorda allo spettatore di vivere di sogni e della terapia che la natura offre ogni giorno.

Rivedendo lo show una seconda volta, tenendo gli occhi chiusi e la mente sgombera, compaiono in visione fiori di ogni genere, che si muovono, danzano, volano, si stiracchiano, si abbracciano, si accasciano, brillano, si spengono in una distesa infinita non definita, senza confini, sotto una luce diffusa e calorosa, che albeggia e che tramonta. Iniziano gli applausi, gli occhi si schiudono, e i fiori immaginati sono, nella realtà, gli intangibili abiti di Giambattista Valli.

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