Le differenze nella Pasqua cattolica, protestante e ortodossa

Una festa comune celebrata in modi diversi tra calendari, liturgie e simboli

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La Pasqua è una delle celebrazioni più importanti per le confessioni cristiane che commemora la resurrezione di Cristo. Tuttavia, cattolici, protestanti e ortodossi la festeggiano in modi differenti a causa di vari fattori tra cui influenze liturgiche, calendari e sensibilità teologiche.

Da secoli il calcolo della data divide Oriente e Occidente, mentre la Quaresima assume sfumature diverse: dai digiuni rigorosi degli ortodossi, la moderazione per i cattolici e la libertà dei protestanti.

La data della Pasqua

La differenza principale riguarda la data. I cattolici e la maggior parte dei protestanti seguono il calendario gregoriano, introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582, con la Pasqua fissata alla prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera.

Gli ortodossi utilizzano il calendario giuliano, molto più antico, e calcolano la data con un metodo astronomico basato sull’epatta alessandrina, ossia l’età della Luna al 1º gennaio espressa in trentesimi di lunazione.

Per questo c’è una differenza sostanziale in quanto gli ortodossi fanno cadere la celebrazione fino a cinque settimane dopo gli altri. Tutte le confessioni però calcolano la domenica successiva la primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera.

Il digiuno della Quaresima

Il cammino verso la Pasqua inizia con la Quaresima, ma ogni tradizione ha un approccio diverso. Gli ortodossi seguono rigorosamente i 40 giorni di digiuno, evitando carne, latticini, uova, pesce e persino l’olio. Il venerdì santo è giorno assoluto di digiuno fino al tramonto e il digiuno è spezzato dalla Veglia Pasquale che inizia a mezzanotte tra il sabato e la domenica.

I protestanti non seguono una regola ben precisa. Alcuni come luterani e anglicani, mantengono certe pratiche, mentre altri come gli evangelici preferiscono un approccio spirituale e personale.

I cattolici invece praticano il digiuno il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo, con moderazione nei cibi durante tutta la quaresima.

La Veglia pasquale tra luce, fuoco e canti

La notte della Resurrezione è vissuta con riti suggestivi che vedono il coinvolgimento di luce, fuoco e canti.

Per gli ortodossi la veglia inizia a mezzanotte con l’accensione del cero e il canto “Cristòs anèsti!”. ossia “Cristo è risorto!”. A Gerusalemme, il fuoco sacro del Santo Sepolcro è atteso come un miracolo.

I protestanti incentrano la celebrazione sulla predicazione e sulla lettura dei testi sacri. Tipico è il canto corale “Christ the Lord Is Risen Today“. Nelle chiese anglicane si mantiene l’uso della luce, mentre in quelle metodiste si organizzano anche rappresentazioni teatrali della Resurrezione.

Per i cattolici invece è tipico celebrare i battesimi nella notte, accendere il cero e cantare l’Exsultet.

La tavola tra uova, dolci e pane sacro

Anche la tavola di Pasqua racconta molto delle differenze tra cattolici, ortodossi e protestanti. Nelle chiese ortodosse, uno dei simboli più forti è l’uovo rosso, che rappresenta il sangue di Cristo e la nuova vita che nasce dal sepolcro. Dipingere le uova, benedirle e poi scambiarle è un gesto carico di spiritualità.

Sulle tavole si trova anche il kulich, un pane dolce alto e lievitato, decorato con glassa e spesso benedetto in chiesa prima di essere condiviso in famiglia. Un gesto semplice che racchiude l’idea della festa come dono divino.

Nel mondo cattolico, le uova di cioccolato sono forse il simbolo pasquale più conosciuto, specie tra i bambini. Ma non mancano dolci più tradizionali, come la colomba pasquale, che con le sue ali spalancate simboleggia la pace e lo Spirito Santo. Tuttavia, in molti Paesi cattolici, come l’Italia o la Spagna, sono le processioni e i riti religiosi a restare il cuore della Pasqua.

Tra i protestanti, soprattutto nelle comunità nordamericane, la Pasqua ha spesso una dimensione più familiare e comunitaria. Le chiese organizzano pranzi collettivi, momenti di condivisione e attività per i più piccoli, come la tradizionale caccia alle uova. Il tono è spesso più semplice, ma non meno significativo: celebrare insieme, in modo accessibile, la gioia della Resurrezione.

Le radici delle differenze

Queste divergenze non sono nate per caso: affondano in secoli di storia e separazioni teologiche.

Nel 1054, con lo Scisma d’Oriente, le Chiese cattolica e ortodossa si divisero, segnando la nascita di due visioni distinte del cristianesimo.

Nel 1517, con Martin Lutero e la Riforma protestante, venne messo in discussione il sistema dei sacramenti, l’autorità papale e molte pratiche rituali della Chiesa cattolica. Da lì nacquero nuove confessioni che riscoprirono l’importanza della Bibbia, della coscienza individuale e di un culto più sobrio.

Eppure, nonostante queste differenze, la Pasqua resta per tutti un messaggio di speranza, di rinnovamento e di vita che vince la morte. Una festa che unisce, pur parlando lingue diverse.

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