Trenta testi in poesia e in prosa dedicati a Dante Alighieri, sommo poeta trecentesco che ha cantato il suo amore per Beatrice, e che ora invece è divenuto l’amore impossibile di alcune scrittrici e poetesse dell’Ottocento. Così come l’amore non corrisposto di Beatrice ha generato in lui la forza poetica necessaria a renderlo una delle tre corone fiorentine, allo stesso modo queste donne hanno visto nella sua poetica, nel suo stile e nelle sue battaglie, il germoglio dell’amore che è sbocciato in loro e ha dato vita a scritti e lavori meravigliosi.
Oggi grazie al lavoro di Elisabetta Benucci, funzionaria archivista dell’Accademia della Crusca, sarà possibile leggere la passione di queste donne per il lavoro di Dante. Un amore non romantico ma che ha come centro il lavoro poetico, politico e letterario della corona trecentesca, sapientemente analizzato e studiato dalle 25 scrittrici protagoniste di “Leggere Dante: donne dell’Ottocento“.
Dante, le 25 donne che lo hanno amato nell’800
Nella prima raccolta di testi scritti da donne e dedicati a Dante ritroviamo sia autrici conosciute come Teresa Bandettini, Angelica Palli, Giannina Milli, Erminia Fuà Fusinato, Emma Boghen, Carolina Invernizio e Ada Negri, ma anche di scrittrici e poetesse che finora non avevano ancora raggiunto la fama, come Ifigenia Gervasi Zauli Sajani, Carolina Gatteschi Fabbrichesi ed Elisa Tagliapietra Cambon.
Ogni testo pubblicato nell’opera curata da Elisabetta Benucci è degno di essere riconosciuto e ricordato. Ogni autrice è accompagnata da una esaustiva biografia contenente spesso anche documentazioni inedite appartenenti ad autori del calibro di Leopardi, Manzoni, Gioberti, Tommaseo, Del Lungo, De Amicis e Gozzano.
Ulteriore particolarità di questa antologie sono le immagini estremamente rare dei volti di queste 25 autrici, la cui immagine in alcuni casi era ancora rimasta celata. Tali immagini sono frutto di un’accurata ricerca iconografica che ci permette però di ricordare finalmente i lineamenti di queste autrici, così come è possibile farlo per i loro colleghi uomini.
Una storia al femminile lunga un secolo
Come spiega Elisabetta Benucci ad Adnkronos “il filo rosso che collega queste donne è proprio Dante. È però un filo sottile ma resistente che si dipana per quasi cento anni, senza mai lacerarsi né spezzarsi, perché sostenuto e alimentato da un viscerale amore per il sommo poeta“. Un amore, spiega la curatrice, che le porta a “radiografare” Dante, il suo vissuto e le sue opere, così come il rapporto con Beatrice.
Un lavoro duro e complesso che però finora non aveva avuto il rispetto e l’attenzione che meritava. Elisabetta Benucci ha voluto rimediare proprio a questo, raccogliendo in 500 pagine il duro lavoro di queste 25 studiose, a lungo dimenticate ed ora finalmente riscoperte.