Lo scorso 27 gennaio Beniamino Zuncheddu, l’ergastolano che per 33 anni è rimasto in carcere con l’accusa ingiusta di aver ucciso tre pastori a Sinnai, in provincia di Cagliari, è stato dichiarato innocente e scarcerato. Una liberazione giunta grazie al lavoro del difensore Mauro Trogu che nel 2020, 29 anni dopo la strage, chiese la riapertura del caso in vista dell’acquisizione di nuove prove a favore dell’imputato.
Oggi per Beniamino Zuncheddu è arrivata l’ennesima vittoria. Al 59enne spetta un risarcimento pari a 30mila euro per aver trascorso anni in celle piccole e sovraffollate. È quanto riconosciuto dal tribunale di Sorveglianza di Cagliari, prima rivelato dal quotidiano L’Unione Sarda e poi confermato da Mauro Trogu all’Ansa. La richiesta di risarcimento venne presentata da Zuncheddu nel 2016 e inizialmente il ministero della Giustizia si oppose al provvedimento del giudice di primo grado nel 2023, ma ora il collegio presieduto da Cristina Ornano ha dato ragione al richiedente.
Il difensore Mario Trogu ora dovrà attendere la scadenza dei 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione, che scadranno il prossimo 29 aprile. Da quel giorno scatteranno 45 giorni per una improbabile impugnazione e quindi dai primi di giugno Zuncheddu avrà 2 anni per presentare una seconda richiesta di risarcimento allo Stato, stavolta per l’ingiusta detenzione per 32 anni, passanti in carcere da innocente, come è emerso nel processo di revisione.
I 32 anni in carcere di Beniamino Zuncheddu
Beniamino Zuncheddu venne ritenuto colpevole della strage del Sinnai avvenuta nel 1991 in provincia di Cagliari, dove tre pastori del luogo vennero uccisi. La testimonianza di un pastore sopravvissuto, giunta a ben due mesi dalla strage, incastrò Zuncheddu che venne quindi condannato all’ergastolo. Inizialmente il supertestimone, infatti, dichiarò di non essere in grado di riconoscere l’assassino poiché questo indossava una calza di nylon a coprirgli il volto.
Improvvisamente, poi, il testimone riconobbe Zuncheddu, per poi raccontare come “un’agente di polizia, prima di effettuare il riconoscimento, gli mostrò la foto di Zuncheddu e gli disse che il colpevole della strage era lui“. Proprio quest’ultima dichiarazione ha permesso al difensore dell’ergastolano di richiedere la riapertura del caso, permettendo quindi al suo assistito di tornare in libertà.
“Abbiamo studiato tanto con i consulenti che mi hanno supportato, ci siamo convinti nell’intimo dell’innocenza di Beniamino. Le carte parlavano di prove a carico assolutamente contradditorie, le indagini hanno dimostrato la falsità di quelle prove” ha dichiarato quindi Mario Trogu nel giorno dell’assoluzione del suo cliente, sottolineando che “Beniamino è una persona incredibile che non meritava quello che ha subito“.