Grande assente di quest’anno al Lucca Comics, in programma dal 1 al 5 novembre, è Zerocalcare. Il fumettista, presenza costante al più grande evento italiano dedicato ai fumetti e ai videogiochi, ha infatti deciso quest’anno di disertare. Il motivo? Sembrerebbe essere il patrocinio dell’ambasciata di Israele in Italia.
Zerocalcare non si pente delle sua decisione
Dopo la decisione di non presentarsi al Lucca comics a causa del patrocinio di Israele sull’evento, Zerocalcare continua a subire l’ira dei contestatori che lo accusano di qualsiasi crimine possibile, compreso l’antisemitismo.
Eppure, il fumettista romano non ha fatto altro che rispettare la sua etica non partecipando ad un evento patrocinato da uno Stato che secondo lui sta continuando a commettere gravi crimini di guerra. Nessuna accusa concreta, ma solo la decisione di non volersi presentare in un ambiente che non lo mette a suo agio.
Ma ancora oggi, tre giorni dopo la conclusione del festival del fumetto, Zerocalcare deve continuare a giustificarsi. Durante una conferenza alla Camera per chiedere la liberazione di Ocalan, detenuto politico in Turchia, il disegnatore si è trasformato nel protagonista dell’evento, con tutti i presenti interessati alle sue giustificazioni.
“Le polemiche non mi hanno fatto pentire, la mia posizione rimane la stessa“, ha risposto così Zerocalcare a chi gli chiedeva come avesse reagito agli attacchi mediatici. Poi la situazione ha iniziato a scaldarsi e il fumettista ha deciso di dire la sua: “Siamo qui per parlare di un uomo detenuto da più di 20 anni in isolamento totale, mi sembra poco rispettoso per questa giornata… Io sono venuto a parlare di Ocalan“, così si è allontanato dai riflettori e ha continuato l’ultima delle sue battaglie politiche.
“In questo momento venire a festeggiare rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire”
Ad annunciare l’assenza al Lucca Comics è stato lo stesso fumettista sui propri profili social. “In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini, donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in tv che a Gaza non esistono civili e che gaza dev’essere distrutta, mentre anche le nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire” – scrive in un post pubblicato stamattina su Facebook.
“Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire” – aggiunge dopo essersi scusato con la casa editrice e soprattutto con i lettori che sarebbero andati a Lucca appositamente per incontrarlo.
Zerocalcare e l’esperienza a Gaza
Non vogliono essere una lezione di moralità, nei confronti di chi ha scelto di prendere parte alla manifestazione del Lucca Comics, le parole di Zerocalcare. Ma un atto di solidarietà verso le coloro che vivono sulla Striscia di Gaza e che nelle ultime settimane sono state vittima dello scontro tra Israele e Palestina. Nel post pubblicato sui social il fumettista spiega infatti di essere stato più volte a Gaza e di aver instaurato rapporti di amicizia con diverse persone che vivono ancora lì o che vi si trovavano per progetti di solidarietà.
E spiega di sentirsi lacerato nel profondo dall’angoscia che sente nelle loro voci e dal dispiacere di non poter spiegare il perché una manifestazione di grande importanza come quella di Lucca “non si interroghi sulla possibilità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio al diritto internazionale”.
Lucca Comics, Osho: “Capisco imbarazzo di Zerocalcare, lui è tropo schierato”
“Zerocalcare ha assecondato la sua sensibilità e va rispettato. E’ un artista molto schierato e capisco che abbia imbarazzo a partecipare in questo momento ad una manifestazione che mostra quel patrocinio sul poster. Una buona parte del suo pubblico è molto ideologizzata. E avrebbe potuto criticarlo per questo”. Federico Palmaroli, in arte Osho, commenta così con l’Adnkronos la decisione di Zerocalcare di disertare Lucca Comics per il patrocinio dell’ambasciata d’Israele in Italia alla manifestazione.
“Ha fatto bene a specificare che i popoli e gli individui non coincidono con le scelte dei loro governi o dei leader religiosi. Anche perché anche alcuni dei social dove Zerocalcare ha espresso la sua intenzione appartengono a Zuckerberg che è di religione ebraica anche se tutt’altro che un estremista”, aggiunge Palmaroli.
Osho mostra comprensione sul fatto che “non voglia andare in una manifestazione che mostra un richiamo al simbolo di Israele“, ma il problema è che “nel nostro modo di vivere qualsiasi cosa potrebbe avere un richiamo o essere finanziata da qualcosa che richiama ad una parte. Vedo molti che commentano le vicende di questo conflitto, che produce atrocità da una parte e dall’altra. Io non riesco a schierarmi con una parte, a dichiarare un’appartenenza, pur conoscendo bene la storia dei popoli coinvolti. E per questo sarei andato a Lucca Comics. Così come credo che il pubblico di Zerocalcare sia parecchio più vasto della parte più ideologizzata, che avrebbe potuto criticarlo per questo. Anche io, che non amo i fumetti, ho adorato le sue serie animate, le trovo geniali“, sottolinea.
Osho specifica che il fumettista non è nuovo a queste scelte: “Ricordo quella, che
non condivisi, di cancellare la presentazione del suo libro al Salone del Libro di Torino – racconta Palmaroli – per la presenza dell’editore Altaforte. Che poi rientrò quando fu estromesso l’editore. Una scelta troppo ideologizzata. Ma in questo caso si parla di bambini e civili indifesi che muoiono da una parte e dall’altra. Non ho la verità in tasca – conclude – e infatti evito di dare lezioni sui social”.
La casa editrice BAO: “Capiamo le sue ragioni”
Pieno sostegno all’artista arriva dalla sua casa editrice, la BAO, che sui suoi canali social dichiara di appoggiarlo completamente nella sua scelta e di confidare anche sulla comprensione dei lettori e dei visitatori che saranno presenti all’evento.
Inoltre, si dice dispiaciuta della mancanza di spiegazioni da parte dell’organizzazione che avrebbe potuto fugare ogni dubbio e polemica che ha portato al boicottaggio di Lucca da parte dell’opinione pubblica.
A tal proposito conclude “Da un grande evento derivano grandi responsabilità, e quella di comunicare con il proprio pubblico, soprattutto in un momento drammatico e di grandissima incertezza, non è tra quelle che si possono ignorare”.