Turismo, le barriere digitali penalizzano 13 mila viaggiatori disabili

Le barriere tecnologiche nei siti turistici creano distinzioni marcate, escludendo una parte significativa della popolazione dalla possibilità di pianificare viaggi

Redazione
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Nel nostro futuro sempre più innovativo e tecnologicamente avanzato, troppo spesso le persone con disabilità vengono lasciate indietro. A confermarlo è il report di AccessiWay, una startup fondata da giovani under 30 che si dedica a rendere il settore digitale più accessibile. Il report stima che in Italia le barriere tecnologiche nel turismo gravano su oltre 13 milioni di persone, al pari di quelle architettoniche. Il settore dei viaggi, in particolare, è fortemente penalizzato da queste barriere, che impediscono l’accesso a molti servizi.

Il report sull’accessibilità

Il report analizza la facilità di accesso ai siti web turistici delle pubbliche amministrazioni, con un focus particolare sulle pagine delle regioni, incluse le provincie autonome di Trento e Bolzano. Attraverso questo studio, si valuta l’esperienza degli utenti con disabilità, con l’obiettivo di migliorare l’accesso per tutti, superando non solo le barriere fisiche ma anche quelle digitali.

Gli esiti della ricerca

I risultati della ricerca sono preoccupanti. Le barriere tecnologiche nei siti turistici creano distinzioni marcate, escludendo una parte significativa della popolazione dalla possibilità di pianificare viaggi. Le limitazioni riscontrate includono l’assenza di testo alternativo e la navigazione difficoltosa per ipovedenti e persone con disabilità motorie.

L’impatto economico

Le conseguenze economiche sono rilevanti. Il mercato potenziale rappresentato dalle persone con disabilità è vasto, paragonabile a quello della Cina. Escluderle significa perdere una grande opportunità per il settore turistico e creare un divario tra chi può e chi non può accedere ai servizi.

Bilancio e prospettive

Secondo le stime, l’Italia è indietro rispetto alle direttive europee a cui dovrebbe allinearsi. Edoardo Arnello, CEO di AccessiWay Italy, sottolinea le gravi privazioni che ancora affliggono una parte consistente della popolazione. Di 22 amministrazioni analizzate, 5 non dispongono del link corretto alla dichiarazione di accessibilità, mentre 16 hanno dichiarato la non conformità totale richiesta dalla Legge Stanca. Le dichiarazioni di 7 su 20 amministrazioni sono definite irrilevanti. Gli errori comuni rilevati rendono difficile l’accessibilità, nonostante la Legge Stanca del 2004, istituita da Lucio Stanca, allora Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, promuova l’accessibilità digitale universale. L’Unione Europea, con l’Accessibility Act, ha reso legge le pari opportunità anche nel contesto privato.

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