Le polemiche sull’utilizzo della forza da parte delle forze dell’ordine proseguono, come dimostra l’attacco subito da una volante della polizia di Torino, che lo scorso mercoledì è stata assaltata da circa 30 anarchici. Un’aggressione motivata dal bisogno di liberare Jamal Kilal, un trentenne marocchino, che stava per essere trasportato in un Centro per il Rimpatrio. I 30 antagonisti hanno quindi circondato la volante, cercando di trascinare via il ragazzo fermato, per salvarlo dal secondo rimpatrio. Jamal Kilal, infatti, aveva già ottenuto un decreto di espulsione dal Prefetto di Piacenza circa 15 mesi fa, a causa delle molteplici condanne ottenute durante il suo periodo sul territorio italiano.
Kilal era giunto in Italia quando era ancora minorenne e durante gli anni aveva ottenuto 13 condanne, di cui una anche per stupro di gruppo. La sentenza di espulsione non è stata rispettata dal giovane che, tra il 28 e il 29 febbraio, è stato nuovamente fermato dalla polizia e arrestato per aver imbrattato i muri di un sottopasso con la scritta “liberazione della Palestina” e per resistenza a pubblico ufficiale. I tentativi degli anarchici, sostenuti anche da circa 50 esponenti degli antagonisti torinesi che però non hanno partecipato attivamente all’assalto, sono falliti e Kilal è stato trasferito nel Cpr di Torino. Rimane la rabbia per l’agente rimasto ferito e per i danni riportati dalla volante.
Torino, chi sono gli anarchici che hanno attaccato la volante
La maggior parte degli anarchici impegnati nell’attacco alla volante della polizia proviene dall’ex lavatoio di via Brin, a Torino. Un punto di ritrovo per gli anarchici, una “casa occupata” in cui era ospitato anche Jamal Kilal, prima del suo trasporto nel Cpr di Milano. Proprio in questo edificio, nato nel 1928 e in disuso dagli anni ’90, è nato l’appello per la liberazione di Kilal ed è stato organizzato l’assalto. Prima il tentativo di irrompere nell’edificio dell’Asl dove si trovava l’uomo, poi l’assalto alla volante.
Le prime ad essere identificate dalla Digos come partecipanti all’assalto, sono state cinque donne, di età compresa tra i 20 e i 40 anni, tutte denunciate. Allo stesso modo, altri cinque individui appartenenti all’ala insurrezionalista del movimento anarchico e tutti volti noti alle forze dell’ordine, sono stati denunciati ieri. Fino allo scorso mercoledì, gli anarchici dell’ex lavatoio di Torino erano conosciuti come una realtà esistente, ma non violenta, eppure i numeri delle denunce per l’assalto alla volante continuano a salire di giorno in giorno. Per tutti i denunciati le accuse sono “resistenza e lesioni a pubblico ufficiale“.
Dopo che i trenta anarchici si sono dispersi, a seguito del fallito tentativo di liberare Jamal Kilal, alcuni di loro si sono ritrovati nelle vicinanze della stazione metro XXIII dicembre, dove hanno danneggiato alcune auto e bloccato il traffico.
Gli episodi di assalti alle volanti nel 2019 e nel 2020
Non è la prima volta che un gruppo di anarchici tenta di liberare un fermato dalla vigilanza della polizia. Come riporta La Stampa, l’episodio a Torino è solo l’ultimo di una lunga scia. Nel 2019, sempre a Torino, un gruppo di anarchici ha circondato una volante della polizia per liberare un compagno che si trovava a bordo dell’automobile. Anche in questo caso il tentativo di liberazione è fallito e poche ore dopo sotto la questura si è svolta una manifestazione con cori e fumogeni. Risale a poche settimane fa la sentenza del Tribunale di Torino che ha condannato 23 anarchici per le azioni compiute nel 2019.
Nel 2020, nel pieno del lockdown per la pandemia da Covid-19, circa 80 anarchici residenti nella casa occupata di via Giulio Cesare 45 sono scesi in strada per fermare una volante con a bordo due rapinatori che avevano rubato una collanina ad un’anziana donna.