Poco più di due anni fa veniva isolata la sequenza del coronavirus nei laboratori dell’istituto. Oggi, tra le stesse corsie, è in corso una nuova battaglia. Un’equipe di 40 persone monitora il nuovo virus
Poco più di due anni fa veniva isolata la sequenza del coronavirus nei laboratori dell’istituto sperimentale italiano Lazzaro Spallanzani. Oggi, tra le stesse corsie, è in corso una nuova battaglia. Un’equipe di circa 40 persone – la stessa che per l’emergenza covid lavorò senza sosta per sequenziare il virus in tempi record – sta monitorando il nuovo virus, il vaiolo delle scimmie.
Gli esperti dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive stanno seguendo i protocolli di ricerca per analizzare i campioni prelevati dal paziente zero che si è recato al Pronto soccorso del policlinico Umberto I. In questi giorni il virus dovrebbe essere isolato.
Il prelievo e le nuove analisi
Il virus verrà poi incrociato con campioni di sangue prelevati da soggetti over 45. L’obiettivo è testare l’efficacia del vaccino al vaiolo umano – la cui somministrazione è stata sospesa in Italia nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981. «La diponibilità di un isolato renderà possibile eseguire una serie di indagini sperimentali. In particolare, si potrà studiare se nel sangue di persone che sono state vaccinate contro il vaiolo sono presenti anticorpi che neutralizzano questo virus e cellule immunitarie in grado di attaccarlo» dichiara il direttore generale dell’istituto, Francesco Vaia.
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive tropicali e vicepresidente del comitato etico dell’istituto Spallanzani, ha sottolineato l’utilità dell’isolamento del virus: «ci permetterà di chiarire molto meglio il grado di protezione che hanno i vaccinati contro il vaiolo umano. Non esiste un vaccino contro questo virus, ma è un virus molto simile a quello ‘umano’: quindi, tutte le persone che si sono vaccinate per quel virus hanno, e questo è dimostrato scientificamente, un certo grado di immunità, di capacità di difesa».
Sembrerebbero giorni decisivi per questa nuova sfida ma il virologo non si dice preoccupato: la situazione sarebbe «assolutamente tranquilla: non c’è stata un’esplosione di casi nei Paesi che li hanno avuti prima di noi. Tutti i casi in letteratura si sono autolimitati, non ci sono state enormi epidemie».