Il femminicidio di Ilaria Sula, studentessa 22enne originaria di Terni scomparsa da Roma lo scorso 25 marzo e ritrovata senza vita ieri in una valigia gettata in un dirupo nel Comune di Poli, continua ad arricchirsi di dettagli che potrebbero far luce su cosa sia effettivamente accaduto. L’esame autoptico effettuato sul corpo della giovanissima avrebbe confermato che questa è stata raggiunta da tre coltellate al collo che avrebbero provocato un violento shock emorragico, rivelatosi mortale.
Per l’omicidio è indagato Mark Antony Samson, l’ex ragazzo di Ilaria, che davanti agli inquirenti avrebbe confessato e indicato il luogo in cui trovare il cadavere. Nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo durato più di cinque ore, l’imputato ha spiegato che Ilaria sarebbe stata uccisa la mattina del 26 marzo dopo aver trascorso la notte a casa sua. La giovane si era recata la sera del 25 nell’appartamento di Samson in via Homs, nel quartiere Africano, per restituirgli alcuni vestiti.
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Sempre secondo quanto raccontato dall’ex, la vittima avrebbe deciso di dormire a casa di Samson per evitare di prendere i mezzi pubblici visto che si era trattenuta fino a tarda sera. I due sembra avessero troncato da poco una relazione che era andata avanti per alcuni mesi tra alti e bassi. Il 23enne reo confesso ha ribadito di aver ucciso in un delitto non premeditato, in quanto l’avrebbe accoltellata per gelosia dopo aver avuto “un raptus, agendo d’impulso“.
L’interrogatorio di Samson
La Procura, quindi, starebbe indagando per omicidio volontario e occultamento di cadavere. A far sospettare del giovane sarebbero stati anche i tabulati e le celle del telefono della ragazza, che il giovane avrebbe utilizzato per postare storie sul profilo di Ilaria nei giorni della sua scomparsa.
Ma, l’atto istruttorio ha svelato anche che l’imputato avrebbe agito da solo. “L’ho accoltellata alle spalle e poi ho gettato via l’arma“, ha spiegato il 23enne affermando di aver colpito Ilaria con solo due coltellate al collo e di aver infilato il corpo in una valigia lasciandolo temporaneamente vicino alla porta d’ingresso, per poi dedicarsi a pulire la stanza, utilizzando stracci e alcol che aveva in casa.
Il giovane afferma di avere gettato vicino casa il coltello e un tappeto in un cassonetto assieme a tutto ciò che aveva utilizzato per cancellare le tracce ematiche. Quindi, sempre da solo, avrebbe caricato la valigia sull’auto ed è partito per raggiungere la zona di Poli, a circa 40 chilometri dalla Capitale, è gettarla in un burrone.
Una frenetica attività per la quale è plausibile che il giovane abbia ottenuto l’aiuto di qualcuno, è il sospetto degli inquirenti. Parlando con gli investigatori, nelle ore successive al fermo, Samson ha affermato che in quelle ore in casa “era presente anche sua madre“. Un dettaglio su cui non è più tornato, avvalendosi della facoltà di non rispondere quando è stato sollecitato dal gip sul ruolo svolto dai genitori in quel drammatico gesto.
Sui genitori del 23enne, al momento non iscritti nel registro degli indagati, si è comunque acceso un faro degli inquirenti, visto che i due avevano invece affermato di essere presenti in casa al momento dell’aggressione, come avrebbero confermato i diretti interessati nel corso di un’audizione in questura.
Una ricostruzione dei fatti ricca di elementi e dettagli che però alimentano i dubbi degli inquirenti per quanto riguarda giorno e orario dell’aggressione di Sula. L’ultimo messaggio vocale da lei inviato risale alla sera del 25 marzo. Da quel momento non si hanno più sue notizie. Alle 18 del giorno poi, un autovelox immortala l’auto di Samson a circa 500 metri dal burrone dove è stato ritrovato il corpo. L’indagato non ha per ora dato conferma sull’orario.
Il lavoro degli inquirenti dopo la confessione
Gli inquirenti stanno operando per ricostruire un quadro completo di quello che potrebbe essere accaduto. La polizia scientifica si è messa subito al lavoro nella casa del giovanissimo, in via Homs nel Quartiere Africano, alla ricerca dei segni dell’omicidio.
Le analisi hanno individuato tracce ematiche nell’abitazione ma non nell’auto, cosa che fa pensare che l’omicido sia avvenuto diverse ore prima e durante le ricerche sarebbe stato individuato un coltello poi sequestrato per chiarire se sia quello utilizzato da Mark Antony Samson.
Una telecamera di sorveglianza situata a poche centinaia di metri dal luogo del ritrovamento di Ilaria ha immortalato l’auto di Samson. Si tratterebbe di un fotogramma in cui si vede il mezzo, intorno alle 18 del 26 marzo.
La posizione di tutti i coinvolti
Il 23enne, inoltre, potrebbe rischiare le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Agli atti c’è, infatti, la testimonianza di una amica della giovane in cui rivela che il 25 marzo, durante l’assenza di Ilaria, Samson si è recato nell’appartamento di lei dove ha tentato di portare via il pc, scattando anche foto ad alcune ‘schermate‘. Segno che cercava qualcosa, qualche elemento della vita privata della ex.
Ad aggravare il quadro, la possibile presenza dei genitori del 23enne nella casa al momento del presunto femminicidio. Per poter contestare ai genitori il concorso, occorrerà però attendere l’esito della referto che richiederà qualche giorno. I due, sono stati ascoltati in questura dagli inquirenti e la loro posizione resta dunque al vaglio.
Intanto, gli inquirenti, che analizzeranno i cellulari del padre e della madre torneranno nei prossimi giorni, forse già lunedì, ad ascoltare la madre, che rischia di essere accusata almeno del concorso nell’occultamento del corpo. La donna potrebbe fornire elementi anche sul rapporto che legava Ilaria e Mark, che a detta del ragazzo si era interrotto il 19 marzo.
Le indagini della Polizia
Nei giorni scorsi sono stati a lavoro la Polizia della Squadra mobile di Roma e gli agenti del Commissariato di San Lorenzo per ricostruire le ultime ore di vita di Ilaria. Sin da subito gli inquirenti avevano seguito la pista che conduceva al ragazzo di origine filippine, con la vittima avrebbe avuto una relazione.
Il 23enne è stato fermato la mattina stessa del ritrovamento del cadavere, dopo la perquisizione della Polizia nella sua abitazione di via Homs, nel Quartiere Africano. Gli agenti sospettavano fortemente che l’ex ragazzo avesse accoltellato la vittima all’interno dell’appartamento e, una volta morta, rinchiusa nella valigia, prima di traportare il cadavere fuori da Roma.
I giorni della scomparsa
L’ultimo avvistamento di Ilaria era avvenuto nel quartiere romano di San Lorenzo, dove la ragazza viveva insieme ai suoi coinquilini. Persi i contatti con la figlia, i genitori avevano sporto denuncia di scomparsa presso il Commissariato di Polizia di San Lorenzo. L’ultimo messaggio vocale della studentessa è della sera del 25 marzo, prima che si perdessero le sue tracce.
Ilaria Sula, studentessa al terzo anno di statistica alla Sapienza, si era trasferita da Terni a Roma proprio per motivi di studio. Negli ultimi giorni familiari, amici e colleghi si erano mossi per diffondere sui social l’annuncio della sua scomparsa.
I funerali
Lunedì, intanto, a Terni avranno luogo i funerali della studentessa. Verso le 14:00 dalla casa in viale dello Stadio partirà un corteo a piedi verso il cimitero comunale dove è prevista una piccola cerimonia all’ingresso. Il padre ha ringraziato “tutta la città il sindaco e le forze del ordine e tutte le persone per la loro solidarietà versò la sua famiglia ma anche quanti lunedì si recheranno a dare un ultimo saluto a Ilaria“.
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