Ponte sullo Stretto, il ministero dell’ambiente non è convinto: richieste 239 integrazioni

La realizzazione di un’opera così complessa come il Ponte sullo Stretto richiede un certo livello di attenzione da parte dello stato, ma la richiesta di numerose integrazioni del Ministero dell’Ambiente fa sorgere forti dubbi sulla fattibilità del progetto

Redazione
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Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avanzato numerose richieste di integrazioni documentali alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte sullo Stretto. Secondo quanto riportato dalla Commissione Via-Vas del Mase, delle 239 integrazioni richieste, 155 sono per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via), 66 per la Valutazione di Incidenza (Vinca) che verifica le conseguenze dell’opera sui siti Natura 2000, e 16 per il Piano di Utilizzo Terre (Put). Ulteriori 2 integrazioni sono richieste per la Verifica di Ottemperanza (Vo).

La notizia è stata sufficiente a scatenare allarmismi e polemiche sull’impossibilità di realizzazione dell’opera, con Wwf , Legambiente e Italia Nostra che si sono scagliate contro il progetto. in risposta, il Ministero dei Trasporti ha affermato che le richieste di integrazioni sono parte della procedura standard e che è necessario esaminare attentamente tutti gli aspetti di un progetto così importante come il Ponte sullo Stretto prima che venga realizzata l’opera.

Ponte sullo Stretto: I dubbi del Codacons e le preoccupazioni dei cittadini

L’amministratore delegato della società, Pietro Ciucci, si è dimostrato particolarmente contrariato dalla richiesta, esprimendo la sua frustrazione in una telefonata con il leader della Lega, Matteo Salvini: “Lo insegnano anche all’università che ci sono tanti modi di affossare un progetto. Si può alzare talmente tanto l’asticella da renderlo irrealizzabile” ha affermato. Ciucci ha inoltre rassicurato sul fatto che la società ha sempre investito nell’ambiente e si impegnerà per minimizzare gli impatti dell’opera.

Ponte stretto messina
Il progetto attuale prevede la realizzazione di un ponte di ben 3.660 metri, il ponte a campata unica più lungo al mondo

Il Codacons, tuttavia, ha sollevato preoccupazioni riguardo alle criticità del progetto, evidenziate dalle richieste di integrazione documentale. Secondo l’organizzazione, le richieste di integrazione mettono in luce che il progetto potrebbe non essere definitivo come precedentemente dichiarato dal Governo, e potrebbe addirittura essere interrotto se i documenti richiesti rivelassero incongruenze o errori. Pertanto, il Codacons avrebbe richiesto l’intervento della Corte dei Conti per verificare possibili danni sul fronte erariale. Il presidente, Carlo Rienzi, ha sottolineato l’importanza di un’indagine accurata per evitare sprechi di denaro pubblico e garantire la trasparenza e l’efficienza nell’utilizzo dei fondi pubblici.

La richiesta di integrazioni documentali solleva interrogativi riguardo alla solidità del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina e all’utilizzo dei finanziamenti pubblici, spingendo l’opinione pubblica a riflettere sull’efficacia e la sostenibilità dell’opera. Nel frattempo, proseguono le preoccupazioni per l’impatto che il progetto avrà sulle comunità che risiedono dove verranno costruiti gli estremi del ponte. Si prevede che oltre 4.000 persone subiranno espropri, per un totale di oltre 300 edifici che saranno interessati dalla realizzazione dell’opera.

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