Una tranquilla serata di festa ha rischiato di trasformarsi in una tragedia a seguito di una scena di violenza estrema avvenuta a Cremano (Napoli), nel Parco Urbano di Via Aldo Moro. Durante le celebrazioni per la festa del patrono locale, San Giorgio, un giovane di appena 13 anni è stato brutalmente aggredito da un gruppo di venti coetanei. Il ragazzo, dopo una lite nata per motivi apparentemente futili, è stato circondato e colpito ripetutamente con bastoni di legno, calci e addirittura tirapugni, lasciandolo ferito sul terreno della villa comunale gremita di persone. Gli assalitori, una baby gang di ragazzini del posto, si sono dati alla fuga prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Un quartiere sotto il controllo delle baby gang
Il ragazzo è stato soccorso e trasportato urgentemente all’ospedale Santobono di Napoli, dove i medici hanno diagnosticato un serio trauma cranico e numerose contusioni su tutto il corpo. Successivamente, il giovane e sua madre hanno presentato una denuncia presso la locale caserma dei carabinieri, che ora, sotto la guida della procura dei minori di Napoli, conducono le indagini per individuare e punire i responsabili.
La violenza nel parco evidenzia problemi di sicurezza già noti alla popolazione. Secondo una madre intervistata da Ansa, il parco è spesso teatro di atti vandalici e aggregazione di baby gang. “Ci sono bande di ragazzini che circolano e vandalizzano. In passato sono state installate giostre poi smantellate per il gusto di distruggere” ha affermato, sottolineando l’assenza di un adeguato sistema di videosorveglianza.
In risposta all’incidente, il sindaco Giorgio Zinno ha espresso indignazione e preoccupazione, “Qualsiasi forma di violenza sia accaduta, va sempre condannata e continueremo a lavorare come comunità per promuovere una vera cultura dell’inclusione, chiedendo allo stesso tempo maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, soprattutto nelle ore notturne”, ha affermato il primo cittadino, che ha anche ammesso di aver scoperto la vicenda attraverso i media, in quanto non vi sarebbe stata comunicazione né da parte delle forze dell’ordine né dagli altri cittadini.