Ancora polemiche per Elon Musk. Dopo l’accusa di aver licenziato ingiustamente alcuni dipendenti per aver fatto circolare una lettera in cui chiedevano di condannare i comportamenti sessisti e discriminatori del magnate e dopo lo scandalo sulla (presunta) assunzione di droghe, l’amministratore delegato di SpaceX e Tesla è ora “nel mirino” per aver licenziato 1 200 addetti alla lotta ai contenuti offensivi online.
“Tagli profondi e peggior situazione possibile riguardo alla diffusione di contenuti dannosi”
Le nuove accuse a carico di Elon Musk sono state lanciate dalle autorità australiane per la sicurezza elettronica, secondo i quali “questi profondi tagli e il ripristino di migliaia di account vietati avrebbero creato la peggior delle situazioni possibili riguardo alla diffusione di contenuti dannosi”.
Il “commissario” Julie Inram Grant ha inoltre dichiarato all’Agent France Press – “Rimuovere l’80% di questi ingegneri specializzati è come se Volvo si separasse da tutti i suoi ingegneri e progettisti” – e aggiunge – “Questa è la situazione peggiore. Abbassi notevolmente le tue difese e introduci di nuovo sulla piattaforma dei recidivi”.
Le precedenti “inchieste” delle autorità australiane
Da sempre l’Australia si impegna per regolamentare i social media incitando le aziende tecnologiche di spiegare come gestiscano le questioni legate all’incitamento all’odio e agli abusi su minori.
Negli ultimi mesi, però, l’attenzione delle autorità per la sicurezza elettronica si era concentrata soprattutto su X in quanto rilevavano un netto aumento di “tossicità e odio” sul social da quando Musk aveva acquistato parte della società. Allora la eSafety Commission aveva acquisito l’elenco di tutti gli ingegneri del software, di tutti i moderatori di contenuti e di tutto il resto del personale della piattaforma. E lo scorso ottobre la stessa aveva inflitto ad X una multa di circa 610 500 dollari australiani per “non essere riuscita a dimostrare chiaramente che stava combattendo la proliferazione di contenuti di violenza sessuale contro minori”, alla quale però società di Musk non aveva “risposto” chiedendo addirittura che venisse annullata.