A poco meno di 13 mesi dall’arresto del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, le indagini che riguardano la sua latitanza durata 30 anni proseguono. Oggi sono finiti in manette i fratelli Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’autista del boss di Castelvetrano. Entrambi sono accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, reati aggravati dall’avere avvantaggiato la mafia. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova.
I due uomini infatti, erano una risorsa inestimabile per il benessere di Messina Denaro poiché gli permettevano di spostarsi in autonomia e al sicuro dai controlli delle forze dell’ordine. Un sistema ben studiato che ha permesso al boss di rimanere latitante per tre decenni senza lasciare dietro di sé alcuna traccia.
L’arresto degli autisti di Matteo Messina Denaro
I due uomini sono stati arrestati dai carabinieri del Ros del Comando provinciale di Trapani e dai poliziotti del Servizio centrale operativo nell’ambito di una serie di perquisizioni effettuate con l’ausilio sello squadrono Eliportato “Cacciatori di Sicilia” dei carabinieri e dei reparti Prevenzione crimine della Polizia di Stato. A seguito dell’arresto, le perquisizioni nel territorio della provincia di Trapani proseguono.
Nelle mani degli inquirenti anche alcuni video delle telecamere di videosorveglianza di Castelvetrano, in cui è possibile riconoscere la Giulietta di Matteo Messina Denaro che passa sotto le abitazioni della sua ex compagna Franca Alagna, madre di sua figlia, di sua sorella Giovanna e poi di sua sorella Bice. Il tutto in pochi minuti in data 29 dicembre 2022, qualche settimana prima del suo arresto. Un ultimo saluto ai suoi famigliari, nella consapevolezza che il periodo della libertà è ormai concluso.
A pochi metri di distanza dalla Giuletta è stato riconosciuto il furgone di Vincenzo Luppino con suo padre Giovanni alla guida. Il compito del mezzo pesante era evitare che Messina Denaro si trovasse accerchiato dagli agenti, a causa dei continui controlli effettuati proprio nelle strade che costeggiano le abitazioni dei suoi famigliari più stretti.