Long Covid, chi ha contratto il Coronavirus si assenta di più dal lavoro

Secondo un gruppo di ricercatori, specializzato nello studio degli effetti del Long Covid, questo potrebbe compromettere la capacità lavorativa di chi ne è stato affetto

Redazione
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Sono passati quattro anni da quell’infausto 2020 in cui il mondo si è fermato per combattere contro una malattia sconosciuta e spaventosa, il Covid-19. Dopo quattro anni i ricercatori di tutto il mondo stanno ancora studiando il fenomeno per riuscire a comprenderne le conseguenze a breve e lungo termine. Non solo ripercussioni psicologiche, soprattutto sui più giovani, ma anche conseguenze sulla salute di coloro che purtroppo hanno contratto il virus.

Diverse ricerche hanno dimostrato come circa un lavoratore su tre, tra quelli che sono stati contagiati dal Covid, tende a chiedere più congedi al lavoro oppure ad assentarsi per malattia. Dati che inizialmente potevano sembrare frutto di una coincidenza, ma che ora potrebbero simboleggiare un altro degli effetti del Long Covid. A chiarire la correlazione tra i due eventi è stato uno studio osservazionale prospettico italiano, pubblicato su ‘PubMed‘ da un team dell’Irccs Salvatore Maugeri-Università di Pavia. Questi hanno definito tali assenze dal lavoro una vera e propria sindrome che di fatto compromette la capacità lavorativa della persona.

La sindrome autonomica da Long Covid

La ricerca condotta in Italia ha selezionato 45 soggetti, non vaccinati con i sieri anti-covid, che sono stati seguiti per 6 mesi da un team di esperti così da poter analizzare le loro abitudini lavorative a seguito della malattia. Gli individui poi sono stati sottoposti ad un questionario per avere anche un loro punto di vista sulla questione.

Ciò che i ricercatori hanno cercato di dimostrare è come l’infezione da Sars-Cov-2 incida sul funzionamento del sistema nervoso autonomo. Ciò provocherebbe una sindrome autonomica cronica che oggi, però, non è riconosciuta come una malattia. Questa patologia non riconosciuta però avrebbe intaccato le loro relazioni lavorative, così come la loro stessa funzionalità sul luogo di lavoro. Il prossimo passo, quindi, sarebbe quello di riuscire a far riconoscere la sindrome autonomica come una vera e propria malattia, così da tutelare i lavoratori che ne sono affetti, che potrebbero rischiare anche il licenziamento, a causa delle continue assenze e malattie.

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