Quindici anni fa alle 3:32 del 6 aprile un sisma di magnitudo 5.9 colpì L’Aquila e altri 56 Comuni vicini, portando alla tragica morte di 309 persone, seppellite tra le macerie e la polvere. Tutta Italia ricorda “la notte più lunga“, quella delle ricerche, dei pianti, della disperazione. La stessa notte in cui migliaia di persone persero la loro casa e qualcuno purtroppo qualche caro, qualche conoscente o qualche amico.
A quindici anni di distanza il ricordo è sempre lo stesso: la notte, la paura e la terra che trema. Il capoluogo abruzzese, come ogni anno, ha ricordato le vittime di quella terribile tragedia ed ha istituito il lutto cittadino, per portare rispetto a tutti coloro che ancora oggi piangono le loro perdite. Famiglie distrutte, vite strappate e spiegazioni che continuano a mancare. Ogni volta che la terra trema, il ricordo torna a quegli orologi bloccati sulle 3:32, a segnare un orario che per l’Italia porterà con sé per sempre un significato specifico.
Le iniziative de L’Aquila per ricordare le 309 vittime del sisma
Il sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, ha firmato l’ordinanza che proclama per l’intera giornata di oggi il lutto cittadino nella città che più di tutte è diventata il simbolo del sisma. Le attività commerciali sono state invitate a rimanere chiuse fino alle 11 del mattino e sull’intero territorio comunale sono vietate le attività ludiche e ricreative e ogni altro comportamento che contrasti con il carattere luttuoso della giornata di commemorazione.
Nella notte le finestre, i portoni e i balconi degli edifici sono rimasti illuminati, per non far cadere il buio sulla città, per ricordare che dopo ogni notte il giorno torna sempre. Alle 21:30 di ieri, da via XX Settembre a L’Aquila, è partita la Fiaccolata della Memoria che ha fatto tappa in tutte le zone simbolo del terremoto – compresa la Casa dello Studente, dove morirono otto studenti universitari – per poi giungere al Parco della Memoria, dove è stato acceso il braciere e sono stati letti i nomi delle 309 vittime del sisma. Ad accendere la fiamma del braciere sono stati tre giovani, nati nel 2009, come simbolo di vita e rinascita.
A mezzanotte è poi avvenuta la santa messa in Duomo, che ha preceduto i 309 rintocchi della campana della chiesa di santa Maria del Suffragio, scoccati esattamente alle 3:32. Un ricordo simbolico, che risveglia la città stavolta per ricordare tutti coloro che in quella tragica notte non riuscirono a rivedere il giorno.
I tempi della ricostruzione dei Comuni de L’Aquila
Nonostante siano passati 15 anni da quel catastrofico sisma, la situazione nei territori colpiti non è ancora del tutto tornata alla normalità. Per quanto riguarda i tempi delle ricostruzione, nel Comune de L’Aquila ci vorranno ancora cinque anni per portarli a termine, mentre almeno altri otto nei restanti Comuni abruzzesi colpiti.
La ricostruzione si suddivide tra una privata, che ha completato il 75% dei lavori, e una pubblica che ha raggiunto invece il 50%, sempre nel solo territorio aquilano. Negli altri Comuni la ricostruzione privata e quella pubblica sono entrambe complete al 50%. Nel capoluogo la situazione più disastrosa è quella del centro storico, in cui solo l’80% degli edifici è stato ricostruito. In periferia, invece, come ricorda il primo cittadino, la ricostruzione è stata già completata.
Sin dal 2009, però, la ricostruzione si è concentrata principalmente sugli edifici pubblici, come scuole, teatri e altri luoghi di aggregazione. Il cuore della comunità, che oltre a case e palazzi, ha dovuto imparare a ricostruire se stessa. Il fondo europeo del Pnrr ha permesso di effettuare anche un restauro di Piazza Duomo, centro nevralgico de L’Aquila, a cui sono stati destinati 4,5 milioni di euro. Grazie a questo investimento sarà possibile cambiare la pavimentazione e l’illuminazione della piazza, così come riqualificare l’intera area.