In occasione della cerimonia il presidente della Repubblica incita al confronto e al dialogo
«Questa Giornata internazionale chiede l’attenzione sulle violazioni alla dignità della persona motivate con orientamenti sessuali diversi dal proprio. Occorre educare a una cultura della non discriminazione, per costruire una comunità che metta al bando ogni forma di prevaricazione radicata nel rifiuto delle differenze», così ha commentato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’appuntamento della giornata del 17 maggio, contro l’Omotransfobia.
«Il rispetto dei diritti di ogni persona, l’uguaglianza fra tutti i cittadini, sancita dalla nostra Costituzione e dagli ordinamenti internazionali che abbiamo fatto nostri, non sono derogabili», ha continuato il capo di Stato.
«Solidarietà e responsabilità – Mattarella – sono alla base della nostra comune convivenza. Solo la comprensione reciproca può portare alla piena accettazione di tutto ciò che è “altro” da sé e al riconoscimento di ciascuna individualità».
Le dichiarazioni dei politici
Entra nel tema della giornata anche Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato della Camera sui Diritti umani nel mondo. «Discriminare per orientamento sessuale o identità di genere non è giusto né normale – ha scritto sui social l’ex presidente della Camera dei deputati – educare al rispetto del prossimo, contrastare l’odio verso la comunità LBGTQIA+, affermare stessi diritti e doveri, questo è normale. È vivere in libertà e democrazia».
Alessandro Zan, promotore della legge contro le discriminazioni omotransfobiche molto discussa, ricorda come l’Italia sia il fanalino di coda nella tutela dei diritti della comunità LGBT+, superata persino dall’Ungheria di Orban.
«È la Costituzione che all’art. 3 impone alla Repubblica il compito di eliminare qualsiasi discriminazione verso i suoi cittadini. E proprio questo è l’obiettivo della legge contro i crimini d’odio, ovvero dare applicazione a quei principi fissati dalle madri e dai padri costituenti – scrive Zan – c’è la possibilità di approvare un testo efficace e schiodare l’Italia da quelle ultime posizioni: ora spetta al Senato sanare la brutta ferita aperta il 27 ottobre scorso da quel voto e da quel vergognoso applauso».
Dello stesso parere è anche Enrico Letta, segretario del Partito Democratico che su Twitter scrive: «Nella giornata mondiale contro l’omofobia la biofobia e la transfobia il nostro impegno ancora più determinato ad approvare il Ddl Zan».