“Spalmare i crediti su 10 anni anziché su 4-5 anni non sarà una possibilità ma un obbligo” ha affermato il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti parlando del decreto legge Superbonus, aggiungendo che “gli emendamenti parlamentari, come avvenuto in passato, di ampliamento delle deroghe non saranno presi in considerazione“. Uno stop deciso, che non ha lasciato adito a commenti di alcun tipo
Il ministro poi ha sottolineato che il governo Meloni, e di conseguenza il suo ministero, si è trovato a dover intervenire “per porre una diga, quando la valanga era già partita“. La situazione del Superbonus, quindi, era già tragica prima dell’intervento di Giorgetti, il quale ha quindi sottolineato che la proposta di Banca d’Italia di fermare il Superbonus prima della sua scadenza, nel 2024 “non è gradita“, ma lo sarebbe stato “magari nel 2022, nel 2023, nel 2021“.
Il ministro ha poi commentato: “Ha presente il Vajont, quando c’è stata la valanga, era partita poi quando è arrivata giù ha prodotto dei disastri. Quando noi siamo arrivati al governo ci hanno avvisato che stava arrivando la valanga e abbiamo fatto quello che si poteva, ma purtroppo era già partita“.
Il governo, ad oggi, sta studiando una norma che dovrebbe consentire delle deroghe limitate al divieto di cessione del credito e sconto in fattura, che dovrebbero riguardare alcune zone colpite dal terremoto ed eventi alluvionali, l’abbattimento delle barriere architettoniche e gli immobili degli enti del Terzo settore. Queste deroghe saranno finanziate con le risorse di un apposito fondo e dovrebbe rientrare nell’emendamento del governo al decreto Superbonus.
Superbonus: “Oltre ai 400 milioni, c’è la possibilità di più fondi“
Il senatore di Fratelli d’Italia e relatore al Dl Superbonus, Giorgio Salvitti, ha dichiarato che “il governo entro venerdì presenterà un emendamento al dl Superbonus“, aggiungendo che “c’è la disponibilità dell’esecutivo di stanziare più fondi, oltre i 400 milioni di euro già previsti, per le aree colpite da un terremoto, per il terzo settore e per chi è affetto da una grave disabilità“.
Inoltre, Salvitti ha spiegato che nello stesso emendamento “sarà stabilito che il 50% delle somme indebitamente utilizzate e recuperate dai Comuni resterà nelle casse degli Enti locali, aumentando quella percentuale che inizialmente nella VI Commissione di Palazzo Madama avevamo preventivato potesse essere del 33%, rifacendoci ad una norma sul recupero Irpef“. Il senatore ha poi ribadito che “sui crediti lavoriamo per spalmarli da 4 a 10 anni“, allineandosi quindi su quanto detto da Giorgetti.