Gli attivisti di Ultima Generazione, impegnati a lottare per il cosiddetto “Fondo riparazione“, non accennano a voler abbandonare il campo di battaglia. Dopo gli ultimi blitz nel Museo degli Uffizi, a Firenze, quattro nuovi manifestanti si sono incatenati alle barriere di protezione del David di Michelangelo, all’interno della Galleria dell’Accademia. Un gesto di sfida, mirato ad ottenere vasta attenzione tra turisti e cittadini, per poter spiegare le proprie ragioni e le proprie richieste.
In totale gli attivisti coinvolti nel blitz erano otto: quattro incatenati e quattro impegnati a srotolare lo striscione con su scritto “Fondo riparazione” e a far partire la Canzone di Maggio di Fabrizio De Andrè, che ha fatto da sottofondo all’intera manifestazione. Sul posto sono prontamente intervenuti i carabinieri, allertati dalla sicurezza della Galleria di Firenze. La manifestazione degli otto attivisti, oltre a sensibilizzare sui temi degli alluvioni e del cambiamento climatico, ha avuto come obiettivo quello di invitare i presenti, e tutti coloro che hanno visto i video del blitz, alle manifestazioni che Ultima Generazione ha organizzato a Roma l’11 e il 25 maggio.
Firenze, le richieste per il “Fondo riparazione“
La protesta degli attivisti di Ultima Generazione rientra nelle iniziative finalizzate alla creazione del cosiddetto “Fondo riparazione“, finalizzato a sostenere le spese necessarie a bonificare le aree dei Campi di Bisenzio, distrutte da un alluvione. “I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari“, hanno così spiegato gli attivisti all’interno della Galleria dell’Accademia a Firenze.
“Continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile non violenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi“, hanno spiegato i manifestanti per poi specificare la natura del loro blitz: “David aveva paura di combattere contro il gigante ma non si è arreso. Anche noi possiamo sentirci così davanti a tutte le ingiustizie del mondo. Ci possiamo sentire piccoli, esattamente come si sarà sentito David. Però abbiamo l’intelligenza, abbiamo la forza. La nostra unione è la nostra fionda. Anche noi possiamo sconfiggere il gigante, dobbiamo essere come Davide“.
I due blitz nel Museo degli Uffizi a Firenze
Gli attivisti del Fondo di riparazione hanno già preso di mira un altro capolavoro di Firenze. La prima volta lo scorso 13 febbraio, quando agli Uffizi alcuni attivisti hanno coperto con immagini dell’alluvione di Campi di Bisenzio la teca protettiva de La Venere di Botticelli. Nessun danno all’opera e i video dei manifestanti hanno fatto il giro del web in pochissimo tempo.
La seconda volto il 3 marzo 2024, quando sempre nel Museo degli Uffizi altri attivisti hanno attaccato nuovi volantini su un’altra opera del Botticelli. Questa volta, infatti, nel mirino degli ambientalisti è finita La Primavera. Volantini attaccati sulla vetrata protettiva e slogan urlati a gran voce tra i turisti, per attirare attenzione su un tema particolarmente caro agli attivisti, ovvero la ricostruzione di una delle zone più colpite dagli alluvioni provocati dal cambiamento climatico.