Gli ultimi dati disegnano un quadro in bianco e nero dovuto alla variante Omicron. I contagi “di ritorno” superano il 6 per cento
Scende a 375 per 100mila il tasso di incidenza dei casi. L’incide Rt si attesta intorno agli 0,89, molto di meno rispetto allo 0,96 di una settimana fa. Tasso di occupazione dei posti in area medica del 10,9% e in terapia intensiva del 3,1%. Ricoverate nei reparti rispettivamente 6.812 (- 208 rispetto a tre giorni fa) e 307 (-1) persone.
Minori ospedalizzazioni, quindi, e un miglioramento complessivo che consente di tornare a sperare. Con 26.561 nuovi casi e 89 vittime, il Covid sembra mollare la presa. Ma il Ministero della Salute chiede cautela: le reinfezioni sono in crescita e hanno superato il 6% delle infezioni totali.
Il maggior timore è causato da Omicron, con cui il rischio di reinfezione aumenta di 18 volte. «Fortunatamente – spiega Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore della Sanità – questi casi di reinfezione non sono associati a malattia grave».
Sì al vaccino per gli anziani
«Considerato però che il tasso di incidenza è ancora relativamente elevato, è bene continuare a mantenere comportamenti ispirati alla prudenza e completare il ciclo vaccinale e soprattutto effettuare la quarta dose per i soggetti fragili o anziani». Nelle parole del direttore Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza un invito all’accortezza. Poche sono infatti le adesioni alla seconda dose booster da parte degli over 80. La media non supera il 10%.
Per over 80 e immunodepressi over 60, la percentuale arriva sotto il 4 in n Calabria, Sicilia, Umbria, Sardegna, Basilicata e Puglia. «Non stiamo parlando di no-vax», sottolinea il direttore generale di Ats Brescia Claudio Sileo «visto che hanno per le terze dosi la copertura è stata molto ampia». L’idea è che si stia aspettando un vaccino contro tutte le varianti. Ma il virus circola. BA.4 e BA.5 comprese.
Sotto osservazione anche le varianti BA.4 e BA.5
Sono sottovarianti di Omicron che hanno una diffusione ancora limitata in Italia ma che contengono alcune mutazioni che potrebbero dare una immunoevasione. Nonostante ciò, non sembra ci siano motivi di preoccupazione. Tenere sotto controllo queste sottovarianti non è inutile solo per la loro minore diffusione, specie considerando l’andamento del virus in altre aree del mondo. Il Brasile, ad esempio, si trova a fare i conti con un nuovo incremento dei contagi e con il rischio di una quarta ondata. Negli Stati Uniti d’America si consiglia la somministrazione del vaccino Pfizer anche ai bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Il Covid, insomma, è un viaggiatore devoto e ognuno cerca di fronteggiarlo come può. Restare cauti e non sottovalutare i pericoli è la strategia del nostro Paese. Confidiamo possa rivelarsi vincente.