Villa “La Sonrisa“, anche conosciuta come il “Castello delle cerimonie“, non potrà più ospitare i famosissimi e contestatissimi matrimoni, battesimi, diciottesimi e comunioni divenuti ormai un intrattenimento tutto italiano grazie al programma di Real Time che l’ha resa conosciuta al grande pubblico. La sontuosa struttura di Sant’Antonio Abbate, in provincia di Napoli, è stata ufficialmente confiscata con una decisione della Cassazione a seguito di un lungo processo giudiziario per abusi edilizi.
Una decisione che giunge come un fulmine a ciel sereno per il grande pubblico, che potrebbe non godere più della serie televisiva che aveva come protagoniste proprio le cerimonie nel sito partenopeo. Le telecamere dovranno lasciare le stanze della struttura, arredate in stile barocco e costellate dalle gigantografie del defunto Boss Antonio Polese.
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Il sipario sembra essersi chiuso su Villa “La Sonrisa“ che con le sue cerimonie fuori dagli schemi, piene di invitati esuberanti, cibo e soprattutto tanto intrattenimento, ha tenuto compagnia alle centinaia di migliaia di italiani fan della trasmissione. Non è chiaro per ora quale sia il destino della serie tv con protagonista il Castello.
La lunga vicenda giudiziaria del “Castello delle Cerimonie”
I problemi giudiziari de il “Castello delle Cerimonie” iniziarono nel 2011 a seguito della contestazione da parte delle forze dell’ordine di una serie di abusi edilizi realizzati su un’area di circa 40mila metri quadri, a partire dal 1979. I processi per i proprietari de “La Sonrisa” proseguirono fino al 2016, anno in cui il tribunale di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, condannò ad un anno di reclusione Rita Greco, moglie del Boss delle Cerimonie Antonio Polese, e Agostino Polese, amministratore della società, nonché fratello del Boss.
Successivamente la sentenza di primo grado fu in parte riformata dalla Corte d’Appello di Napoli e nel caso di Rita Greco, defunta nel 2020, la pena fu sospesa. Ieri, però, la Corte di Cassazione si è pronunciata in merito alla vicenda, disponendo il sequestro della struttura del “Castello delle Cerimonie”, che sarà quindi acquisita nel patrimonio immobiliare del Comune di Sant’Antonio Abbate. La sentenza ha anche previsto la prescrizione di tutte le accuse nei confronti degli indagati.
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