Caso Cucchi, dieci condanne per depistaggio e omicidio 

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Il giudice Roberto Nespeca conferma le pene agli imputati, rei secondo il tribunale di aver coperto le vere cause della morte del 31enne romano. La commozione della sorella Ilaria: “Da oggi posso tornare a fare la mamma”

Dopo tredici anni di inchiesta, è arrivata la condanna di primo grado per i responsabili dell’omicidio di Stefano Cucchi. La sentenza è stata letta nella mattinata del 7 aprile nell’aula bunker del penitenziario di Rebibbia dal giudice Roberto Nespeca dopo otto ore di camera di consiglio. I reati sono quelli di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia per la catena di comando che aiutò a insabbiare il pestaggio commesso da Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro nella notte del 15 ottobre del 2009. 

I nomi

Nespeca ha condannato a cinque anni di carcere l’allora comandante del gruppo dei carabinieri di Roma Alessandro Casarsa. Gli altri imputati hanno avuto pene comprese fra i quattro anni e un anno e sei mesi di reclusione. L’unico punito con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici è lo stesso Casarsa.

Nonostante la riduzione degli anni di pena rispetto a quanto chiesto dal pubblico ministero, si chiude in questa settimana una cruciale tappa del processo Cucchi, che ha visto anche la condanna definitiva per omicidio da parte della Cassazione dei due carabinieri colpevoli della morte del 31enne romano. 

Le reazioni

«Abbiamo perso tutti. Ne usciamo tutti sconfitti, ciascuno di noi ha perso qualcosa, ma alla fine ha vinto Stefano. Ho mantenuto la promessa fatta a mio fratello in obitorio, avere giustizia. Questa sentenza è una rivincita contro Salvini, Giovanardi, Tonelli e chiedo scusa se dimentico qualcuno, che ci rimarrà sicuramente male. Mio fratello non è morto di droga», ha commentato Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ai microfoni della trasmissione The Breakfast Club su Radio Capital. «Sono ancora frastornata, è stata una settimana densa di emozioni – ha aggiunto – I miei figli mi hanno chiesto cosa farò adesso, gli ho risposto che ricomincio a fare la mamma». 

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