Continuano le aggressioni nelle carceri ai danni degli agenti di polizia. Questa volta lo spiacevole episodio è avvenuto a Palmi, comune italiano della città metropolitana di Reggio Calabria. A darne notizia il segretario provinciale del sindacato Osapp Marco D’Agostino: “Il sistema per quanto riguarda la situazione lavorativa degli agenti penitenziari è al collasso. Oggi un atro agente è stato aggredito. La Polizia penitenziaria in Calabria sta subendo il disagio di una organizzazione complessiva che non funziona“.
L’aggressione a Palmi
Un detenuto di origini siciliane ha aggredito un agente di polizia nel carcere di Palmi. Il poliziotto, dopo svariati inviti di rientrare nella propria cella rivolti al detenuto, è stato schiaffeggiato, poi spintonato e infine aggredito al collo. Dopo essere stato strozzato l’agente è stato soccorso dai suoi colleghi che sono riusciti ad evitare il peggio. La vittima è stata trasportata in infermeria dove è stata visitata e successivamente dimessa con una prognosi di cinque giorni.
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Secondo D’Agostino questa situazione è divenuta insostenibile: “Nella circostanza non possiamo mancare di evidenziare come la Polizia penitenziaria in Calabria stia subendo il disagio di una organizzazione complessiva che non funziona. Il sistema deve essere corretto. Diciamo basta all’inefficacia del sistema“.
Carceri, gravissima carenza di organico
Gravissima carenza di organico, scarse risorse e criticità senza precedenti sono ormai la realtà delle carceri italiane. Secondo i dati del ministero della Giustizia nei 189 istituti di pena italiani lavorano 38.000 poliziotti ma secondo la pianta organica di base dovrebbero essere 42.150. Inoltre, come se non bastasse, mentre l’organico penitenziario continua a diminuire la popolazione carceraria continua ad aumentare di circa 400 detenuti al mese. Secondo i sindacati di categoria sarebbero almeno 18.000 le posizioni da coprire con procedure d’urgenza. Ad oggi, per gli agenti penitenziari, svolgere il loro mestiere è diventato impossibile.
I casi di violenza nel 2023
La grave carenza di organico non comporta solo stress e una vita complicata per gli agenti di polizia penitenziaria. Questa condizione incide pesantemente anche sulla loro sicurezza durante i turni di lavoro: ad oggi impossibile da tutelare. Massimo Vespia, segretario generale della Fns (Federazione Nazionale Sicurezza) della Cisl in un’intervista sull’Avvenire ha esposto i numeri della violenza nelle carceri ai danni degli agenti penitenziari: “Nel 2023 sono stati 1.800 i casi di violenza contro gli agenti penitenziari, l’anno prima furono 1.159 ed è in forte aumento il numero di suicidi nella categoria“.
Le cause? “Il superlavoro e lo stress psico-fisico a cui sono esposti quotidianamente i lavoratori, perché nelle carceri lo straordinario diventa sempre ordinario, ma anche la loro età media, piuttosto elevata” ha spiegato Vespia sull’Avvenire.
D’Agostino: “Il Governo si dia una mossa e prenda atto dell’emergenza”
Insomma, come sostiene D’Agostino “oggi non bastano proclami e annunci, serve subito un decreto carceri per affrontare l’emergenza, deflazionare la densità detentiva, rafforzare la
Polizia penitenziaria ed efficientare il servizio sanitario, per far fronte al disastro penitenziario e che pone la Polizia penitenziaria ai confini di un sistema penitenziario“. Il monito del Segretario provinciale del sindacato Osapp Marco D’Agostino e dei colleghi è chiaro: “Il Governo si dia una mossa e prenda compiutamente atto dell’emergenza“.
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