Una caduta nel vuoto, un tonfo e poi più nulla. L’ennesima morte sul lavoro a Brescia riaccende il discorso sulla sicurezza nei cantieri e nelle aziende, dove il numero dei decessi sale di giorno in giorno. Morti bianche, provocate da errori umani o da terribili coincidenze, che lasciano famiglie senza padri, madri, figli e fratelli. A perdere la vita nella mattinata di oggi un operaio 43enne di origini albanesi, dipendente per una ditta esterna e impiegato in un cantiere di Carpendolo, nel Bresciano.
Non sono ancora chiare le dinamiche del terribile incidente, su cui stanno indagando i carabinieri della compagnia di Desenzano e i tecnici dell’Agenzia della Tutela della Salute (Ats) di Brescia. L’uomo, secondo una prima ricostruzione degli eventi, sarebbe deceduto a seguito di una caduta nel vuoto. All’arrivo dei soccorritori del 118, l’operaio era già senza vita, essendo morto sul colpo.
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A Brescia l’ennesima morte sul lavoro
I dati sulle morti sul lavoro del 2024 dipingono un quadro inquietante, composto da incidenti continui, errori e poca manutenzione. Elementi che continuano a mettere in pericolo la vita dei lavoratori, a cui mancano tutele e soprattutto sicurezze. Gli ultimi dati certi sul numero di decessi durante il turno di lavoro, o registrati nel tragitto per andare al lavoro o per tornare a casa (morti in itinere), risalgono al 22 febbraio 2024. Fino a questa data i decessi registrati sono stati 181. Una media di più di tre morti al giorno.
I cinque operai deceduti nel cantiere di Firenze, il collaudatore morto sulla pista di Nardò, l’operaio schiacciato da un macchinario e i due dipendenti folgorati dai cavi dell’alta tensione, non sono solo numeri. Si tratta di esseri umani, con vite alle proprie spalle, famiglie, affetti e passioni. Stroncati sul lavoro e mai più tornati a casa. Nel 2023 i morti sul lavoro sono stati 1041, nel 2022 erano 1090. La curva sembra in diminuzione, ma non abbastanza.
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