Baby Gang, la devianza sociale affligge l’Italia

Continuano gli attacchi delle baby gang, bande organizzate che scatenano il caos in tutta Italia

Redazione
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Aggressioni, accoltellamenti e minacce, così continuano gli attacchi delle baby gang in tutta l’Italia. Un fenomeno in crescita e che preoccupa sempre di più le istituzioni e i cittadini. Non si può più uscire di casa con tranquillità, questo il tragico quadro che si sta formando nel nostro Paese, a causa dei fenomeni di violenza che si espandono a macchia d’olio da nord a sud.

L’ultimo episodio il 31 ottobre, quando un minorenne è rimasto ferito durante uno scontro tra due bande di giovani, tutti minori. Anche il consigliere comunale Massimiliano Longo subisce le conseguenze della sua denuncia sui problemi di sicurezza a Trento e Trieste durante il consiglio comunale.

Eppure, dopo gli stupri di Caivano, la Premier Meloni ha garantito che il governo era pronto “a metterci la faccia” sulle questioni delle violenze perpetrate da minori. I tre decreti legge su Caivano non sono solo norme repressive ma di prevenzione, per costruire un futuro in cui la criminalità giovanile non sia più un fenomeno dilagante nel nostro Paese.

A Lonato un minorenne accoltellato da una baby gang

La notte di Halloween a Lonato due gruppi di ragazzi, tutti minorenni, si sono scontrati in via Galilei. In poco tempo hanno sfoderato i coltelli, tutto per una serie di provocazioni dopo la richiesta di una sigaretta. La situazione è precipitata velocemente e tra calci, pugni e schiaffi, uno dei giovani è rimasto ferito ad un fianco da una coltellata. Una ferita superficiale che però ha fatto immediatamente dileguare gli aggressori.

Il minore è stato trasportato in ospedale per degli accertamenti e i carabinieri hanno avvito un indagine con le accuse di tentata rapina e aggressione.

Uno scenario allucinante che porta a riflettere sui motivi per cui ragazzi così giovani passino le loro serate armati e pronti a colpire alla prima provocazione.

Il consigliere Longo perseguitato dalle baby gang dopo la denuncia

Dopo aver denunciato il fenomeno crescente delle baby gang nei comuni di Trento e Trieste, il consigliere comunale Massimiliano Longo ha iniziato a vivere un incubo ad occhi aperti. Sotto casa sua è diventato un covo di baby gang, che aspettano solo che il consigliere si palesi per iniziare con le loro provocazioni. Lo aspettano vicino alla sua macchina, lo seguono a lavoro e lo importunano durante le sue uscite private.

Una rappresaglia nei confronti di chi non ha abbassato la testa e ha deciso di denunciare un fenomeno di vera e propria devianza sociale. Questo è il prezzo di chi persegue l’onestà e combatte per i diritti di tutti. Questo è il prezzo che deve pagare chi decide di ribellarsi e non chiudere gli occhi.

Non mi hanno ancora fatto minacce, ma ormai è diventato difficile uscire. Mi rincorrono per importunarmi, fischiano e urlano cercando di provocarmi“, queste le parole di Longo che cerca di descrivere quello che gli sta capitando. “Quando mi si avvicinano io cerco di ignorarli e di continuare a camminare come se nulla fosse“, eppure la situazione sta sfuggendo di mano a tutti e Longo è costretto a pagarne le sofferenze.

L’ultima provocazione risale alla fine di ottobre, quando dopo un’uscita con dei conoscenti Longo si è ritrovato a fronteggiare un gruppo di minori che lo hanno seguito fino a casa. “Non posso continuare così. Non sono ragazzi annoiati che vandalizzano, ma vere e proprie baby gang organizzate“.

Meloni contro la criminalità giovanile

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Decreto contro le baby gang votato ieri in Parlamento

Il decreto su Caivano è stato votato ieri alla Camera, con l’obiettivo di porre un freno alla devianza sociale che colpisce i giovani e soprattutto i minori del nostro Paese.

Interventi tangibili, che aumentano le pene per chi delinque e che puniscono anche i genitori di chi compie questi atti. Misure per ripristinare ordine e legalità “a Caivano e in tutte le Caivano d’Italia“, con provvedimenti riguardanti il contrasto al disagio e la criminalità giovanile e contro la povertà educativa.

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