Il giornalista Andrea Purgatori era affetto da un’endocardite ovvero un’infezione delle valvole cardiache che conviveva con un tumore ai polmoni. Per lui bastava una cura antibiotica per sarvargli la vita e nessuno dei medici della clinica privata Villa Margherita di Roma comprese la patologia da cui era affetto.
Secondo il Corriere della Sera il cardiologo Guido Laudani omise l’individuazione della patologia nel paziente.
Purgatori, la responsabilità dei medici coinvolti
I periti hanno avuto 90 giorni di tempo per concludere i loro accertamenti sul corpo di Purgatori. In particolare, sono essere chiariti lo stato di salute del giornalista e la presenza di eventuali metastasi nel corpo.
Nel frattempo proseguono le indagini per la morte del giornalista che, si ricordi, avevano visto l’iscrizione nel registro degli indagati di quattro medici accusati di omicidio colposo. Infatti l’inchiesta è partita dalla denuncia dei familiari che sospettano una serie di negligenze da parte dei medici che lo ebbero in cura.
Si tratta del professore Gianfranco Gualdi e il suo assistente, Claudio Di Biasi, che sono stati i primi a essere iscritti nel registro. A loro, lo scorso 7 marzo sono stati aggiunti anche Maria Chiara Colaiacomo, sempre dell’équipe di Gualdi, e il cardiologo Guido Laudani.
Purgatori, la morte per infezione cardiaca
La decisione di disporre un’ulteriore perizia deriva dalle “gravi criticità” individuate dai consulenti del pubblico ministero nella risonanza magnetica dell’encefalo di Andrea Purgatori, su cui è necessario fare chiarezza per certificare la presenza di metastasi.
Il decesso – secondo le conclusioni degli esami svolti per ordine dei magistrati – fu causato da un’infezione cardiaca e dunque l’incidente probatorio dovrà stabilire sia la correttezza della diagnosi di chi svolse la tac, sia eventuali errori o ritardi nella cura dei problemi cardiaci. La perizia disposta oggi servirà ad appurare la verità dei fatti, quindi se la terapia assegnata a Purgatori, e in particolare la radioterapia per le metastasi al cervello, fosse appropriata o meno.