L’azienda di abbigliamento Alviero Martini S.p.a. è stata posta sotto inchiesta a seguito della scoperta di 8 opifici irregolari in cui sono stati identificati 37 lavoratori occupati in nero e irregolari sul territorio nazionale, come riporta Tgcom24. L’azienda, inoltre, è stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria, con la nomina da parte del Tribunale di Milano di un amministratore che ha il compito di correggere le pratiche illecite finora registrate.
La scoperta degli opifici illegali
L’inchiesta, condotta dall’ispettorato del lavoro e dalla Procura di Milano, ha portato alla luce il funzionamento irregolare della catena di produzione di vestiti e borse a marchio Alviero Martini. Secondo le indagini, il noto marchio di abbigliamento avrebbe affidato a diverse aziende la produzione dei suoi articoli, i quali però erano a loro volta affidati a laboratori diversi, nonostante il divieto di subappalto da parte della Alviero Martini S.p.a.
Proprio in questi laboratori sarebbero stati impiegati lavoratori non regolarmente registrati e immigrati irregolari. Turni di lavoro sfiancanti, paghe sotto la soglia della povertà e violazioni della sicurezza, questi gli elementi venuti alla luce grazie all’indagine. Inoltre, alcuni di questi impiegati sarebbero stati ospitati in dormitori abusivi, presenti all’interno degli opifici, composti da micro-camere abusive, con tracce di muffa e impianti elettrici non a norma, come riporta RaiNews.
Tramite questo sistema, spiegano gli investigatori, “si realizzerebbe un abbattimento dei costi di lavoro (contributivi, assicurativi e imposte dirette) facendo ricorso a manovalanza ‘in nero’ e clandestina, non osservando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nonché non rispettando i Contratti Collettivi Nazionali Lavoro di settore riguardo retribuzioni della manodopera, orari di lavoro, pause e ferie“.
Alviero Martini, nessuna accusa a carico della società
Per ora non ci sono capi di imputazione formali nei confronti dell’azienda o della società Alviero Martini S.p.a, né nei confronti dei suoi dirigenti. Il nodo della questione riguarderebbe il mancato controllo da parte della società sui laboratori realmente utilizzati ai fini della produzione degli articoli di abbigliamento e degli accessori. Secondo quanto finora è emerso la società avrebbe fatto affidamento sulle sole dichiarazioni delle aziende da loro regolarmente impiegate, senza sapere del subappalto illegale. Nonostante la buona fede, secondo l’accusa, tale mancanza di controllo avrebbe indirettamente agevolate lo sfruttamento dei laboratori.
Proprio per questo motivo, la Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha deciso di disporre l’amministrazione giudiziaria per l’azienda Alviero Martini S.p.a. poiché “ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo“.