Il dibattito sulla maternità surrogata nel Parlamento italiano non accenna a fermarsi. Il ddl presentato da Fratelli d’Italia per rendere l’utero in affitto un reato universale, quindi perseguibile anche se commesso all’estero, è stato discusso ieri in commissione Giustizia, dopo che lo scorso anno era stato approvato alla Camera. Il nodo ha riguardato però il comportamento dei leghisti, i quali hanno presentato un emendamento sulle pene riguardanti coloro che commettono il reato di maternità surrogata.
Un giro di vite molto duro, che inasprirebbe le pene con la proposta della carcerazione fino a 10 anni, che però non ha convinto tutta la maggioranza. Tra i più scettici, i deputati di Forza Italia che propenderebbero per mitigare ulteriormente le pene per gli eventuali figli nati da madre surrogata in determinate circostanze. Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto ha provato a chiedere alla Lega di ritirare l’emendamento, nella speranza di chiudere la questione.
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Il partito di Matteo Salvini ha però scelto la linea dura, decidendo di rimanere fermi e non ritirare l’emendamento. Sisto, quindi, si è trovato costretto a dare parere negativo sulla questione. Solo l’insistenza di Fratelli d’Italia, davanti alla volontà della Lega di far votare la prima delle loro modifiche, ha convinto i leghisti ad accantonare la questione.
Maternità surrogata, ok della commissione al reato universale
La Commissione Giustizia al Senato ha dato il via libera al disegno di legge che introduce il reato universale di maternità surrogata. L’esame degli emendamenti è stato concluso, così come le dichiarazioni di voto. Il centrodestra ha votato a favore, mentre le opposizioni si sono dichiarate contrarie.
Maternità surrogata, il giro di vite della Lega
I due emendamenti della Lega, a firma Massimiliano Romeo, inasprirebbero le sanzioni rispetto al testo di FdI che richiama la legge 40 del 2004, che prevedeva il carcere da 3 mesi a due anni e una multa da 600 mila euro fino a un milione. I due emendamenti della Lega, a firma Massimiliano Romeo, inasprirebbero le sanzioni rispetto al testo di FdI che richiama la legge 40 del 2004, che prevedeva il carcere da 3 mesi a due anni e una multa da 600 mila euro fino a un milione.
“Chiunque, in qualsiasi forma, commissiona, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da 4 a 10 anni e con la multa da 600 mila euro a 2 milioni di euro” questo sarebbe il contenuto di uno degli emendamenti che pone quindi l’obiettivo di frenare in ogni modo il ricorso a questa pratica. Viste però l’ambiguità della maggioranza, la Lega ha deciso di rinviare il voto, per “paura di andare sotto“, almeno secondo la ricostruzione dei democratici presenti.
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo madama, ha commentato quanto accaduto, sostenendo che in Aula erano presenti “sensibilità diverse“, per poi aggiungere che l’esecutivo dovrebbe “fare una riformulazione che tengo conto della proposta“.
La mitigazione di Forza Italia
Il partito di Antonio Tajani si è mostrato contrario al pacchetto di emendamenti presentati dalla Lega, sostenendo di voler invece ridurre le pene riguardanti il presunto reato di maternità surrogata. “Chiederemo all’Aula – ha dichiarato il senatore forzista Emilio Russo – quando il provvedimento sarà discusso in quella sede, di mantenere l’obbligo di differimento della pena o l’obbligo di scontarla in un istituto protetto per le madri con figli da 0 a 12 mesi“.
Secondo i forzisti, infatti, ciò che deve essere evitato è che i minori che si troveranno protegonisti di questa situazione subiscano le conseguenze delle scelte dei genitori. “Dobbiamo scongiurare che anche solo un bambino sia costretto a crescere dietro le sbarre per colpa della madre” ha concluso Russo.
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