Chester Bennington, 6 anni fa l’addio al genio del rock

Sei anni fa, moriva il frontman dei Linkin Park, Chester Bennington, lasciando dietro di sé un dolore incolmabile per il mondo della musica

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La sua morte ha sconvolto il mondo della musica, che continua ancora oggi a trovare consolazione solo tra le note delle sue composizioni e nel ricordo del suo carismatico ed unico talento. Sei anni fa, più precisamente il 20 luglio 2017, Chester Bennington diceva addio alla vita nella sua casa di Palos Verdes Estates, in California. Appena due mesi prima, aveva vissuto il lutto straziante causato dalla morte dell’amico fraterno Chris Cornell, anch’egli morto suicida per impiccagione. 

Chris Bennington, “l’effetto Werther” della sua morte

Due circostanze a dir poco tragiche che hanno indotto nel 1974, il sociologo David Phillips a descrivere la morte Chris Bennington come il verificarsi di un “effetto Werther”, ad indicare proprio l’effetto “imitativo” del suicidio. Il nome rimanda al capolavoro letterario di Johann Wolfgang Goethe, “I Dolori Del Giovane Werther”, in cui si narra di un’amore a tal punto infelice da spingere il protagonista al suicidio. 

Chester Bennington: dal bullismo, alla dipendenza da alcol e droghe

Il firmamento del rock è costellato di stelle dalla luce accecante, ma prive di quell’attaccamento alla vita necessario a combattere contro destini ingiusti e avversi. Chester Bennington e Chris Cornell non fanno eccezione. La vita del frontman dei Linkin Park è stata segnata dal divorzio dei genitori, avvenuto quando Bennington aveva solo 11 anni, e dal dramma del bullismo e degli abusi sessuali, di cui Chester è stato vittima fino all’età di 13 anni. Un dramma che lo ha inesorabilmente spinto verso il consumo eccessivo di alcol e droghe e verso l’autodistruzione

Un buco nero dal quale è uscito grazie alla chiamata di Jeff Blue, l’allora vicepresidente di A&R alla Zomba Music di Los Angeles, che gli offre un’audizione con i futuri membri dei Linkin Park, allora chiamati Xero. A partire da questo momento, ha inizio per Chester una sorprendente ascesa che lo porterà a dire addio agli Stone Temple Pilots per essere consacrato come uno dei più assoluti talenti del panorama rock di tutti i tempi. Una luce mai spenta per i fan che faticano ancora oggi al solo pensiero del suo ingiusto addio. Il suo genio folle, come la massima di Plauto insegna (“Quem di diligunt adulescens moritur“), è caro anche agli dei. 

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