Dal 1958 al 1978, l’architetto Tomaso Buzzi progettò e costruì una scenografia teatrale che egli definì “un’antologia in pietra”
La Scarzuola è un luogo simbolo dell’Umbria, situato a Orvieto. Secondo la tradizione, qui avrebbe dimorato san Francesco d’Assisi.
Il significato della Scarzuola
Dal 1958 al 1978, l’architetto Tomaso Buzzi progettò e costruì una scenografia teatrale che egli definì “un’antologia in pietra”: la struttura si sviluppa dentro una spirale formata dai pergolati, con un asse verticale che dalla statua scheletrica del Pegaso conduce a un anfiteatro. Si passa al teatro agnostico, al teatro erboso, per finire alla torre colonna rotta e a un asse orizzontale delimitato a sinistra dal teatro delle api.
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Le allusioni sono a divinità pagane e cristiane, ai ricordi delle Ville di Plinio, al “AB OLIMPO” di Montagna, al Hypnerotomachia Poliphili di Frate Colonna, alle idee non concretate di Francesco Borromini e Filarete.
L’inconscio è rappresentato dal percorso iniziatico, che si dipana tra gli edifici della città, giungendo a figure archetipiche, secondo il modello di individuazione sviluppato da C. J. Jung. Si giunge poi all’Acropoli, simbolo della piena realizzazione del Sé.
“Quando qualcuno – ingenuo, ignaro, innocente, ignorante – mi osserva che tutta la mia città Buzziana non è francescana, dimentica che può essere, a suo modo, in pietra, il cantico delle creature, con sora acqua, e terra e fiori e sole e luna e animali e persone – affermava Buzzi – Arte, poesia e musica, uccelli, nuvole, cielo, stelle: non tanto i Fioretti, quanto il Cantico delle Creature trascritto in termini architettonici, in cui le pietre parlano “te saxa loquuntur”. Non un finto francescanesimo, ma un trionfale inno al creato e alla creatura”.
La Scarzuola è visitabile su appuntamento.
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