Conclave il 7 maggio, attesa la prima fumata nel pomeriggio. Presiede il cardinale Parolin

Il Conclave si apre nel secondo giorno utile previsto. Cresce dunque l'attesa per l'annuncio del nuovo Pontefice, mentre nella Santa Sede si riflette sui pericoli che in questa occasione può nascondere il Conclave. In merito al "caso Becciu", il Direttore della sala stampa vaticana ha confermato che i cardinali hanno affrontato la questione ma "non c'è una delibera"

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Mentre il corpo di Papa Francesco riposa ormai da due giorni nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in Vaticano cresce il fermato per quanto accadrà nei prossimi giorni. Conclusi i novendiali, ovvero i nove giorni di preghiera che accompagnano la morte di un Pontefice, si dovrà procedere con il Conclave, ovvero la votazione da parte dei Cardinali eleggibili per la scelta del nuovo Santo Padre.

Alle 9 di oggi, i cardinali presenti a Roma si sono riuniti per decidere il giorno in cui dare inizio alle votazioni. Secondo l’agenzia Reuters, citando una fonte vaticana di alto livello, la Congregazione cardinalizia ha fissato al 7 maggio l’inizio del Conclave, che sarà presieduto dal cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin. La sala stampa vaticana ha ufficializzato la notizia, specificando che l’ingresso in Sistina dove avverrà la prima votazione e quindi la prima fumata, ci sarà nel pomeriggio, mentre la mattina i porporati prenderanno parte alla messa “Pro eligendo Pontefice“.

Infatti, a partire dal 5 maggio, primo giorno dopo i novendiali, ogni occasione sarebbe stata buona per dare inizio al rito, come si legge nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis che regola l’organizzazione degli eventi che seguono la morte di un Santo Padre. Cresce dunque l’attesa per l’annuncio del nuovo Pontefice, mentre nella Santa Sede si riflette sui pericoli che in questa occasione può nascondere il Conclave.

Un rituale tutto terreno, che comunque assume aspetti spirituali e liturgici senza paragoni. Sono 133 questa volta i Cardinali che saranno chiusi all’interno della Cappella Sistima e che procederanno con la segretissima votazione. Dallo scorso 21 aprile, giorno della morte di Papa Francesco e dell’invio delle lettere di convocazione da parte del Cardinale decano Giovanni Battista Re, i porporati di tutti i Continenti si sono riversati a Roma, pronti a rendere omaggio al Papa defunto e a organizzarsi per il Conclave.

L’incognita di Becciu e i cardinali sconosciuti: i punti deboli del Conclave post Francesco

Nel corso della riunione nell’Aula del Sinodo, diversi cardinali si sono incontrati e conosciuti per la prima volta. Su 133 porporati che prenderanno parte al Conclave – lo spagnolo Antonio Canizares e l’arcivescovo emerito di Sarajevo Vinko Puljic hanno fatto sapere che non potranno partecipare al voto per ragioni di  salute – 110 furono creati cardinali proprio da Francesco, non avendo quindi la possibilità di inserirsi adeguatamente tra i confratelli.

Al momento, quindi, i porporati mantengono il riserbo su quali sono le intenzioni del Conclave. “C’è un’atmosfera eccellente, amabile“, ha rassicurato il cardinale Sean Brady, arcivescovo emerito irlandese, mentre il cardinale Angelo De Donatis, ha sottolineato che al momento non vi sono idee chiare sul da farsi, perché “bisognerà chiarirle piano piano mentre si va avanti“.

Nessuno, comunque, sembra eccessivamente preoccupato sull’eterogeneità del gruppo dei cardinali, tanto che il cardinale Jean Zerbo, arcivescovo del Mali, ha definito queste differenze come una “ricchezza“, in quanto rispecchiano fedelmente le sfaccettature che presenta la Chiesa cattolica: “Nella Chiesa non c’è colore, anche il collegio cardinalizio deve essere universale“.

Cardinale Becciu
Cardinale Angelo Becciu

Un nodo ancora da sciogliere, poi, riguarda l’eleggibilità del cardinale Angelo Becciu, condannato in primo grado nel 2023 a 5 anni di carcere per questioni legate all’amministrazione dei fondi della segreteria di Stato vaticana. Il porporato sardo continua a rivendicare il diritto di voto, nonostante una presunta volontà di Papa Francesco di escluderlo dal Conclave.

Si prospetta che la decisione sul suo destino sarà affidata allo stesso collegio cardinalizio, che potrebbe riunirsi in una sorta di pre-conclave proprio per scegliere il futuro di Becciu. Il cardinale Giovanni Battista Re, come rivelato da Domani, avrebbe dato via libera al cardinale, mentre il Camerlengo Kevin Farrell si sarebbe detto contrario, sottolineando come Papa Francesco gli avrebbe rivelato in vita la sua volontà di escluderlo. La questione è stata comunque affrontata nel corso della Congregazione odierna, secondo quanto confermato anche dal Direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ma “non c’è una delibera” in atto.

Al momento, dunque, i punti oscuri riguardanti il prossimo Conclave sono molteplici. Ciò che sembra certo, comunque, è che non dovranno essere sottovalutate le influenze dei cardinali con età superiore agli 80 anni, ovvero coloro che non sono eleggibili e che non possono votare, ma che comunque proprio per la loro esperienza e conoscenza della Curia, avranno il potere di spostare numerosi voti. Tra questi ovviamente si conta il cardinale Re, così come il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, quello di Vienna Christoph Schoenborn e l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina.

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