Israele ha annunciato che si sta preparando ad ampliare significativamente l’offensiva contro Hamas nella Striscia di Gaza, qualora i negoziati per il rilascio degli ostaggi continuassero a non progredire. A riportarlo è The Times of Israel. Secondo le Forze Armate Israeliane (IDF) l’operazione comporterà il richiamo di un elevato numero di riservisti e l’apertura di nuovi fronti operativi all’interno del territorio palestinese.
Dal 18 marzo scorso, data della ripresa delle operazioni militari israeliane, sono stati colpiti oltre 1.800 obiettivi a Gaza, di cui 120 solo nelle ultime 48 ore. L’IDF ha anche riferito di aver ucciso più di 400 miliziani appartenenti a gruppi terroristici, inclusi diversi alti funzionari politici dell’organizzazione politica palestinese e comandanti militari di medio livello.
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Nel frattempo, Hamas ha avanzato una nuova proposta nei negoziati in corso al Cairo: la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani in cambio del ritiro delle truppe israeliane da Gaza e di un cessate il fuoco di cinque anni. Il progetto include anche la disponibilità del gruppo palestinese a lasciare il governo della Striscia all’Autorità Nazionale Palestinese o a un comitato di tecnocrati nominato con mediazione egiziana. Inoltre, il coordinamento islamista ha dichiarato la possibilità di far evacuare i propri combattenti da Gaza, garantendone l’incolumità, senza, però, rinunciare al possesso delle armi.
Sul fronte diplomatico, l’Egitto ha presentato a Hamas una proposta per un accordo “definitivo e globale“ che prevede il cessate il fuoco con garanzie internazionali, incluso il non perseguimento dei membri dell’Harakat al-Muqawama al-Islamiyya nel caso di ritiro dal governo della Striscia. L’accordo prevedrebbe una fase di attuazione della durata di circa 45 giorni.
Nel frattempo, la situazione sul campo rimane estremamente critica: nelle ultime 24 ore, i raid israeliani hanno causato la morte di almeno 49 palestinesi, mentre Tel Aviv ha subito ulteriori perdite tra le sue truppe di terra. Da nord, Israele ha anche dovuto fronteggiare una nuova minaccia, con il lancio di un missile ipersonico rivendicato dai ribelli Houthi yemeniti contro Haifa. Ma il razzo è stato intercettato e distrutto in volo.
In questo contesto di crescente tensione, il capo del Mossad, David Barnea, è giunto in Qatar per discutere i margini di trattativa con il Premier qatariota Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, nella speranza di trovare una via d’uscita diplomatica a una crisi sempre più complessa e sanguinosa.
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